L'industria degli ETF prosegue nella sua crescita. Secondo gli ultimi dati resi disponibili da LSGE Lipper nel mese di aprile gli afflussi sono stati di 59,2 miliardi a livello globale. In particolare la regione USA è stata quella con la raccolta maggiore (31,7 miliardi) seguita da Irlanda (10,4 miliardi) e Taiwan (5,1 miliardi).

La stessa fotografia la possiamo ottenere se consideriamo le masse in gestione. Anche in tal caso gli ETF domiciliati nel Nord America sono quelli con gli AuM maggiore (8.917,5 miliardi) seguiti da quelli domiciliati in Europa (1.886 miliardi di dollari) e a seguire quelli dell'Asia Pacifico (1.080 miliardi) e quelli del Centro e Sud America (16,3 miliardi) e quelli in Africa (8,2 miliardi). 

Se consideriamo i dati di aprile raffrontati con quelli di marzo si nota un decremento degli AuM da 12.290 miliardi di fine marzo a 11.908 miliardi di fine aprile. Il maggior "imputato" di tale decrescita sono gli ETF azionari con asset pari a 9.249 miliardi di dollari.

Guardando alle asset class secondo la classificazione di Lipper gli azionari USA detengono gli AuM maggiori con 4.000 miliardi, seguiti da Equity U.S. Small & Mid Cap (755,2 miliardi), Equity Global ex-U.S. (690,4 miliardi), Equity Japan (603,6 miliardi), ed Equity Globale (437,6 miliardi di dollari).

Considerando invece le strategie quella multifattore, essendo tra le più convenienti, è quella che detiene gli asset maggiori (1.152,5 miliardi), seguita da dividendi (402,5 miliardi), value (205,8 miliardi) e growth (178,2 miliardi di dollari). Dal punto di vista della sostenibilità invece si presentano margini di miglioramento visto che la maggior parte degli asset è detenuta in ETF tradizionali (11.302,2 miliardi) contro gli ETF ESG che hanno un peso apri a 606 miliardi di dollari a fine aprile 2024. 

Infine a livello societario BlackRock (iShares) resta il maggior “promotore” di ETF (3.678,4 miliardi), segue Vanguard (2.707,6 miliardi), State Street Global Advisors (SPDR) (1.337,1 miliardi) e Invesco (587,3 miliardi).