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Certificates sugli scudi, cash collect i più gettonati

2/17/2020 | Redazione Advisor

La raccolta nel 2019 ha superato i 17 miliardi di euro contro gli 11 miliardi dell'anno precedente


I certificati d’investimento fanno il pieno. Come si legge su Plus 24, il settimanale de Il Sole 24 Ore, sul mercato primario la raccolta nel 2019 ha superato i 17 miliardi di euro (picco nella prima parte dell’anno) contro gli 11 miliardi dell'anno precedente.

Giovanna Zanotti, direttore scientifico Acepi (associazione che raccoglie gli emittenti), interpellata dal supplemento del quotidiano economico-finanziario, spiega che “un aumento significativo che conferma una crescente centralità di questi strumenti nelle scelte di portafoglio di investitori e consulenti”.

Discorso diverso per il 2018 che “si è chiuso con una discesa dei mercati e una conseguente ricerca di protezione del capitale da parte degli investitori. Nella prima parte dell'anno sono quindi stati prevalentemente collocati prodotti a capitale protetto. Nel 2019 poi hanno iniziato a collocare certificati anche reti tradizionalmente non attive o che lo erano state prima del 2015”. La ripresa più convinta dell'azionario nella seconda parte ha spinto i risparmiatori sui prodotti a capitale condizionatamente protetto che sono più rischiosi ma offrono una maggiore partecipazione alle dinamiche di mercato. Con i tassi in calo è stato poi più complesso strutturare strumenti a capitale protetto.

Sui costi, Andrea Zanella, consulente finanziario autonomo, sempre sentita da Plus, spiega che “il costo dei certificati è solo nella commissione iniziale che, spalmata sui vari anni, risulta a oggi competitiva rispetto alla struttura di costo di altri prodotti di investimento. Negli ultimi mesi, vanno per la maggiore i cash collect, certificati molto attrattivi per le loro cedole, elevate e frequenti. Ad esempio sul mercato mi è capitato di trovare prodotti che rendono l' 1,5% mensile per tutto il primo anno ma poi percentuali molto più basse negli anni successivi”.

“Personalmente - conclude Zanella - ai miei clienti ne ho suggeriti di svariate tipologie perché molte e diverse sono le esigenze di chi li acquista. C'è poi un'importante differenza di costi tra mercato primario e secondario. A differenza degli altri operatori, noi consulenti indipendenti scegliamo la seconda strada per eliminare l'onere delle commissioni di collocamento”.

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