Generali: ha sottoscritto un accordo con Ppf Group che definisce le condizioni per la conclusione della joint venture Gph. L’intesa permetterà alla compagnia triestina di ottenere il pieno controllo azionario e gestionale. Il Leone di Trieste, che detiene già il 51% di Gph acquisterà in due tranche da Ppf Group il rimanente 49% del capitale sociale ad un prezzo stabilito a 2.521 milioni. Gph cederà al contempo a Ppf le attività assicurative per il credito al consumo in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan per 80 milioni.

Unicredit: Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, è convinto che la revisione dei parametri di Basilea III darà maggiore chiarezza e le banche, ha spiegato il top manager, saranno più disposte a concedere credito soprattutto a medio termine. La liquidità, ha proseguito l'Ad, dovrebbe evitare che gli istituti di credito mantengano una posizione molto conservativa sul credito e la paura era proprio di non poter far credito proprio per rispettare le regole molto restrittive sulla liquidità.

Bmw: Balzo delle vendite di Bmw in Cina. A dicembre l'incremento è stato del 73% a 30.470 vetture e nell'intero 2012 del 40% a 326.444. Già la concorrente Audi ha messo a segno vendite record nel 2012 nell'ex Celeste Impero superando per la prima volta le 400 mila unità a 405.838 (+29,6% rispetto al 2011). Le case automobilistiche tedesche traggono vantaggio principalmente dal contenzioso in atto tra Cina e Giappone sulle isole Senkaku.

Vodafone: Positiva la giornata di ieri in borsa per Vodafone. Il titolo del colosso delle telecomunicazioni britannico ha beneficiato delle dichiarazioni del numero uno di Verizon Communications, Lowell McAdam, che ha ammesso che il gruppo Usa non ha perso l'interesse per realizzare il buyout del restante 45% detenuto da Vodafone in Verizon Wireless (primo operatore di telefonia mobile negli Stati Uniti). La joint venture è al 55% nelle mani di Verizon Communications e al 45% in quelle di Vodafone.

Mps: è uno dei temi più caldi in Borsa negli ultimi giorni. Da un lato le parole dell'Ad Viola, "torneremo a fare profitti, niente ingresso dello Stato", contribuiscono a ridurre il rischio carta che aleggia sul titolo di Rocca Salimbeni. Dall'altro il sospiro di sollievo tirato, come l'intero settore bancario, dopo la decisione del Comitato di Basilea di posticipare al 2019 la completa entrata in vigore degli standard sui requisiti di capitale per gli istituti di credito, originariamente prevista nel 2015. La decisione scongiura la stretta creditizia che poteva verificarsi nel caso in cui gli istituti di credito, per riuscire ad adeguarsi ai nuovi requisiti di Basilea III, avessero ridotto la concessione di prestiti interbancari. Per una banca, come Mps, in piena fase di ristrutturazione, questa evenienza contribuisce ad incrementare la visibilità sugli utili futuri. Questa maggiore elasticità contribuirà infatti a sostenere i ricavi da margine di interesse. Di particolare rilievo, l'alleggerimento delle regole sul Liquidity coverage ratio, rapporto che misura gli asset più liquidi che le banche devono detenere in portafoglio per far fronte a eventuali rischi sistemici.