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3/8/2017 | Massimo Trabattoni (*)
Dopo un esordio complicato, Piazza Affari ha recuperato terreno, riportandosi in linea con le quotazioni d’ inizio anno, a quota + 0,75%. È vero che se si guarda al quadro macro - caratterizzato da un debito elevato e da una situazione politica incerta - non viene molta voglia di comprare Italia. Ma quando ci si focalizza sugli aspetti micro, si scopre che la Borsa Italiana ospita molti nomi interessanti.
Quest'anno i settori vincenti saranno probabilmente quelli ciclici: finanziari, oil e materie prime. Tra piani di salvataggio e maxi aumenti di capitale, il problema delle banche italiane sembra risolto, almeno per quanto riguarda gli istituti di maggiori dimensioni. Il trend di tassi al rialzo a livello globale aiuta i margini d’interesse e offre un po’ di respiro sul fronte della redditività. Se l’Europa, poi, dovesse riuscire a importare un po’ di de-regulation dagli Stati Uniti, sarebbe un bel colpo: vale la pena ricordare che si è passati dalla quasi totale assenza di regole del periodo pre-2008 a un eccesso normativo che – di fatto - ha impedito al settore finanziario di riprendersi.
Intanto, molte aziende stanno riportando risultati incoraggianti. Il segmento delle mid cap, in particolare, sta catturando un crescente interesse da parte degli investitori. Il merito è in parte dei Pir: i Piani individuali di risparmio introdotti dal Legislatore con l'ultima Legge di Stabilità per offrire alle aziende italiane un canale di accesso al mercato dei capitali alternativo a quello bancario, a fronte di benefici fiscali per gli investitori di medio-lungo termine. Se i flussi dovessero effettivamente confluire verso quest'area, aiuterebbero a rendere meno volatile il mercato, favorendo un circolo virtuoso.
Nel breve termine, però, i listini continueranno a essere condizionati dal rischio politico a livello internazionale. L’allargamento dello spread – oggi attorno ai 185 punti base, è un segnale da non sottovalutare. Quando il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sale, il mercato scende. Ma il trend più robusto, in questa fase, è rialzista sull’equity e lo si vede dal vivace recupero messo a segno nei momenti in cui il rischio politico si placa. Le Presidenziali francesi sono senza dubbio l’appuntamento più atteso: sebbene il sistema a doppio turno renda più probabile una vittoria da parte di uno dei candidati liberali, l’esperienza del 2016 – con Brexit e Trump – suggerisce come il voto di protesta non sia pienamente colto dai sondaggi. Per questo motivo, potrebbe verificarsi un alleggerimento delle posizioni sull’Europa, da qui al primo turno delle elezioni francesi, anche se immagino dei movimenti stop&go. Eviterei una scelta aggressiva come quella di chi vuole assumere posizioni ribassiste.
(*) Responsabile azionario Italia di Kairos
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