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3/14/2018 | Massimo Trabattoni (*)
E' andato tutto secondo copione. Le elezioni politiche italiane sono passate, seppur con un risultato non chiaro, e Piazza Affari tutto sommato le ha superate velocemente. Certo, l'esito delle consultazioni è apparso un po’ più confuso rispetto a quanto auspicabile, però il mercato azionario italiano non si è fermato lì e ha rimbalzato subito. D'altronde, con un buon contesto economico intorno il resto è tutto sommato gestibile. Il rischio politico può essere un pretesto per le vendite solo se si aggiunge a una situazione economica complicata. E per ora non è questo il caso.
Anche lo spread del Btp apparso senza particolari tensioni, difeso dalla presenza attiva della Bce, aiuta disegnare un quadro tutto sommato ancora positivo. Il rischio è che da quando si è risvegliata la volatilità a inizio febbraio, se capita una giornata di Borsa storta le variazioni possono risultare molto ampie. Compratori e venditori nell'attuale mercato non sono mai presenti in forze contemporaneamente. Ma di fondo i listini sono ancora orientati positivamente.
Forse l'unico fattore di rischio rilevante è rappresentato da quanto l’amministrazione Trump intenda spingersi avanti con il protezionismo. L'impressione è che il presidente Usa stia facendo, come in altri casi, solo la voce grossa per ottenere dei vantaggi concreti. D'altronde l'Europa deve stare attenta perché ha più da perdere rispetto agli Usa in una eventuale guerra dei dazi. Potremmo dire che questo sia un po’ lo stile di Trump, già sperimentato con la Corea del Nord, alla fine tornata a più miti consigli. Entra a gamba tesa, le controparti all'inizio accusano il colpo ma poi accettano. Ve tenuto conto, in ogni caso, che a certi livelli andare allo scontro non conviene a nessuno.
Detto questo, Piazza Affari resta sui binari giusti. Sono giornate importanti per le banche italiane, che dovrebbero reagire abbastanza bene agli aggiornamenti in arrivo sulla normativa UE per la gestione degli Npl. Staremo a vedere. Di sicuro c'è da valutare positivamente il sostanziale buon fine dell'impegnativo aumento di capitale del Credito Valtellinese, una ricapitalizzazione praticamente totale che getta le basi per il ritorno del tema delle aggregazioni.
Resta caldo anche il tema dei Pir, che va avanti dal punto di vista della raccolta ma che in questo momento deve tenere conto del numero rilevante di Spac approdate in Borsa, che il nostro mercato delle Pmi non riesce ad assorbire, e che fanno i fatica ad arrivare alla “business combination”. Più in generale, con il rischio politico alle spalle il mercato azionario italiano può cercare di allungare almeno fino a maggio, quando a quel punto dovremo decidere se è il caso di applicare il vecchio adagio di Borsa: “sell in may and go away”.
(*) Responsabile azionario Italia di Kairos
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