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12/21/2016 | a cura di Nordea
Le forti turbolenze registrate nelle scorse settimane offrono un assaggio delle sfide che potrebbero manifestarsi nei prossimi mesi nel reddito fisso. Le aspettative di un potenziale aumento dell’inflazione dopo le elezioni di Trump, con la conseguente impennata dei tassi e il rafforzamento del dollaro, stanno alimentando un diffuso senso di avversione al rischio che in ambito obbligazionario ha penalizzato soprattutto i bond governativi sicuri e i bond dei mercati emergenti.
Il carattere trasversale e generalizzato della correzione ha fatto sì che la funzione protettiva di alcuni classici “beni rifugio” venisse meno. Dall’8 novembre al 6 dicembre 2016, per esempio, i rendimenti dei Treasury americani a 10 anni sono aumentati di circa 54 punti base riportandosi intorno al 2,4% - livelli che non si vedevano da giugno 2015. Questo movimento del Treasury ha generato un rendimento negativo di oltre il 4% per l’indice Bloomberg US Treasury Bond Index 7 – 10Y che ha una duration effettiva intorno a 7,8 anni. Allo stesso modo sui mercati emergenti l’indice Bloomberg USD Emerging Market Sovereign Bond Index, che segue le emissioni sovrane dei paesi emergenti in valuta forte, ha perso oltre il 4,7%. Anche questo indice ha una duration effettiva intorno ai 7 anni.
Navigare la volatilità dei mercati obbligazionari
Uno scenario così incerto, rende necessaria l'adozione di un approccio flessibile, in grado di gestire attivamente l'esposizione dei rischi dei mercati obbligazionari. Il Nordea 1 – Flexible Fixed Income Fund è stato lanciato per permettere di gestire in modo efficace la componente obbligazionaria dei portafogli e venire incontro alle necessità degli investitori. Il fondo, lanciato nel 2013, gestisce in modo dinamico i rischi dei titoli obbligazionari bilanciando duration e rischio di credito (spread) che sono i due principali ingredienti (o premi al rischio) del mercato del reddito fisso.
Questi due ingredienti generalmente operano in modo de-correlato tra di loro, per cui mentre la duration, ad esempio genera risultati positivi in fasi di risk-off (o di avversione al rischio), il rischio di credito invece offre buoni rendimenti in fasi di risk-on (o di propensione al rischio). Bilanciando il rischio atteso di questi due ingredienti si dovrebbe riuscire quindi a ridurre la volatilità dei mercati e a gestire meglio le fasi di volatilità. Tuttavia, da inizio novembre le correlazioni tra credito e duration sono spesso saltate per cui, sebbene l’effetto di diversificazione degli asset in portafoglio non è rimasto stabile così come lo è stato in passato in situazioni simili, il Flexible Fixed Income Fund si sta comunque dimostrando una soluzione valida per gestire queste fasi di volatilità dei mercati obbligazionari.
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