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3/8/2024 | Redazione ADVISOR
“Il 2023 è stato un buon anno per le aziende tecnologiche quotate”. Richard Clarke-Jervoise, managing partner di ODDO BHF Private Equity, Venture Capital, ricorda che“l’indice Nasdaq ha guadagnato il +44% e l’entusiasmo per le più grandi azioni tecnologiche, come Nvidia, è stato così grande che gli analisti hanno coniato un nuovo nome per queste aziende: I Magnifici Sette – no, non parliamo di un film di Clint Eastwood... non ancora!”.
“Il 2023 - prosegue il manager - è stato anche l’anno in cui l’Intelligenza Artificiale è salita alla ribalta. Il miglior esempio? OpenAI, che ha infranto tutti i record diventando l’azienda più veloce nella storia a raggiungere 100 milioni di utenti e 1 miliardo di dollari di fatturato. Si prevede che l’IA rivoluzionerà il modo in cui le imprese di tutti i settori e industrie operano, portando significativi guadagni in produttività. Ci sono stati molti altri esempi dell’accelerazione nell’adozione della tecnologia, inclusa la crescita molto rapida degli abbonati a Internet wireless per Starlink di Elon Musk e l’aumento della crescita e della redditività presso grandi FinTech come Revolut e NuBank, che si prevede annuncerà il suo primo utile netto di 1 miliardo di dollari. Tutto ciò supporta la nostra forte fiducia nelle aziende tecnologiche, sia pubbliche che private. In particolare, riteniamo che esistano le condizioni per assistere alla creazione di una nuova generazione di aziende da 1 trilione di dollari, che sfideranno molte delle aziende create 20-30 anni fa".
“Nonostante ciò – continua l’eserto - molti dei titoli dei giornali erano cupi e negativi, tra il crollo della Silicon Valley Bank, il fallimento di WeWork e il continuo calo nella quantità di capitale investito nelle start-up. In realtà, tutto ciò fa parte di un reset pluriennale nell’ambiente di investimento per le aziende tecnologiche private, che segue un periodo di sovrabbondanza di capitale iniziato con l’avvento del Covid e che ha distorto non solo il numero di aziende finanziate, ma anche le valutazioni, l’efficienza del capitale e la mentalità degli imprenditori. La tendenza è quindi una correzione di mercato naturale e salutare – cosa che abbiamo visto in molti altri mercati man mano che i tassi di interesse sono aumentati, riducendo l’appetito degli investitori per gli asset più rischiosi”.
Il gestore prevede che “per gli investitori con capitale a lungo termine disponibile da impegnare in tecnologie non quotate, le prospettive sono positive. Non solo l’adozione tecnologica è continuata e in alcuni casi si è accelerata, ma l’ambiente per nuovi investimenti è migliorato significativamente. Dopo l’euforia del periodo pandemico e dell’aumento dei tassi di interesse, il successivo reset ha visto un ritorno alla normalità con valutazioni più basse, migliori condizioni di investimento e un focus su efficienza del capitale e crescita redditizia. Cosa più importante, si applica nuovamente la selezione naturale e solo le migliori aziende possono raccogliere capitale. Oltre a questo ambiente più positivo, riteniamo ci sia un’opportunità che è stata trascurata dalla maggior parte degli investitori, cioè quella di acquisire quote in start-up e in fondi tecnologici nel mercato secondario. Infatti, l’unico indicatore per le aziende tecnologiche private che non si è ancora stabilizzato è la liquidità ricevuta dagli investitori dalla vendita o “uscita” di tali aziende, conseguentemente alla prolungata chiusura del mercato IPO e di fusioni e alle acquisizioni sottotono. Questo ha fatto sì che le distribuzioni ricevute dagli investitori tecnologici rimanessero ai minimi storici”.
Di conseguenza, “gli investitori si sono rivolti a fonti alternative per generare liquidità. La fonte più facilmente disponibile è stata il mercato secondario, dove un numero limitato di acquirenti secondari attivi forniscono soluzioni di liquidità agli investitori. Data la discrepanza tra il capitale disponibile e la crescente domanda di liquidità da parte degli investitori, il pricing per i secondari tecnologici è stato molto favorevole, con sconti che raggiungono il 30-50%. Altre ragioni di questi sconti sono state l’incertezza sulla valutazione di tali aziende e le preoccupazioni di una stretta di liquidità. Questi fattori hanno permesso agli acquirenti secondari di acquisire quote dirette o indirette in alcune delle principali aziende tecnologiche del mondo per una frazione della loro attuale valutazione, offrendo la prospettiva di rendimenti elevati e periodi di detenzione relativamente brevi”.
“Il private assets team di ODDO BHF - sottolinea - ha un vantaggio nel campo dei secondari tecnologici, grazie non solo alla sua notevole competenza nel mercato secondario, ma anche al suo solido network nell’ecosistema tecnologico. Ciò ci ha permesso di sfruttare le favorevoli condizioni di mercato per acquisire quote in alcune delle aziende tecnologiche che riteniamo più attraenti con sconti medi vicini al 50%. Molte di queste aziende sono molto fortemente capitalizzate e non si prevede che raccolgano ulteriori fondi prima di diventare pubbliche o essere acquisite”.
“Crediamo - conclude Clarke-Jervoise - che la tecnologia continuerà a guidare l’innovazione e il cambiamento su scala crescente e che tecnologie recenti come l’IA, il quantum computing e altre tecnologie porteranno a una nuova generazione di giganti tecnologici. Dato il miglioramento del contesto di investimento, pensiamo che ora sia un buon momento per gli investitori con disponibilità di capitale a lungo termine per costruire portafogli di aziende in rapida crescita e disruptive a condizioni decisamente favorevoli”.
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