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12/2/2024 | Max Malandra
Il mercato italiano del private banking e dei family offici vale ormai 1.550 miliardi di euro. E di questi, 1.395 miliardi (quindi 90% circa del totale, in linea con l’anno precedente) se li spartiscono 329 player censiti. La fotografia è quella fatta dalla consueta ricerca annuale di Magstat Consulting.
“I 1.395 miliardi di euro sono così ripartiti – dettaglia Marco Mazzoni (in foto), presidente di Magstat - 1.258 miliardi di euro (pari all’90,2% del mercato servito) sono nelle mani di 123 operatori finanziari specializzati nel private banking grazie alla consulenza di 20.216 private banker distribuiti in 3.694 filiali e uffici. 137 miliardi di euro (pari al 9,8% del mercato servito) appartengono a 206 family office dove lavorano 953 family officer in 289 uffici”.
Il numero complessivo dei clienti italiani che utilizzano il servizio private banking e del family office è cresciuto da 1.694.439 unità (fine 2022) a 1.878.618 unità (fine 2023). I clienti del private banking risultano 1.849.221 quelli del family office 29.397.
Guardando alle masse per singole società, Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking si si conferma al vertice con 251,4 miliardi di euro (18% del mercato del private banking e del family office), seguita da Unicredit WM & PB con 147,2 miliardi di euro (10,6%), e Banca Generali Private Banking con 63,7 miliardi di euro (4,6%). I primi tre operatori controllano il 33,1% del mercato (462,3 miliardi di euro in termini assoluti).
Con Finecobank WM (56 miliardi di euro) e Poste Italiane PB (55 miliardi), i primi cinque operatori finanziari hanno una quota del mercato del 41,1% (573,3 miliardi di euro). I primi dieci gestiscono più di 788,6 miliardi di euro (56,5%), i primi venti operatori il 75,2% del mercato.
Se si prendono in considerazione strutture e masse, la ricerca di Magstat rileva un sempre maggior consolidamento: le uniche strutture che aumentano infatti la propria quota di mercato anche nel 2023 – passando dal 67,4% del 2022 al 72,5% - sono quelle con oltre 20 miliardi di masse in gestione. Tutte le altre nel 2023 cedono quote di mercato. quelle con patrimoni da 10 a 20 mld passano dal 10 all’8,5%, quelle tra i 5 e i 10 mld di AUM dall’8,4 al 5,2% e infine quelle sotto i 5 miliardi dal 14,3% del 2022 al 13,8% del 2023.
I 123 operatori finanziari specializzati nel private banking, monitorati nell’indagine, si suddividono, in base al tipo di inquadramento riservato ai propri private banker, in questo modo: 27 operatori dispongono sia di private banker remunerati a provvigione sia di private banker a dipendenza (il più grande è Fideuram ISPB); 14 operatori utilizzano solo private banker remunerati a provvigione (Finecobank è quello di maggior dimensioni in termini di masse); 82 operatori finanziari si affidano esclusivamente private banker a dipendenza.
“I private banker remunerati esclusivamente a provvigione che lavorano nell’industria italiana del private banking sono 12.560 (erano 12.153 a fine 2022) con masse gestite stimabili che superano i 396,4 miliardi di euro (erano 351 miliardi lo scorso anno), pari al 31,5% del mercato “private” servito, escludendo i family office - spiega Mazzoni - I private banker a provvigione rappresentano il 62,1% del totale, mentre i private banker dipendenti sono il 37,9%.
L’analisi della raccolta netta del 2023 evidenzia che gli operatori finanziari con all’interno una rete di consulenti finanziari (private banker remunerati a provvigione) sono quelli più dinamici: Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking ha raccolto in totale 13,6 miliardi di euro (11,1 miliardi riferiti alla clientela private), Finecobank 8,8 miliardi (3,9 miliardi riferiti alla clientela private), Banca Mediolanum 7,1 miliardi (1,9 miliardi riferiti alla clientela private e wealth), Azimut 6,9 miliardi totali, Banca Generali 5,7 miliardi di euro, Allianz Bank FA 5,6 miliardi (3,5 miliardi solo nel private)”.
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