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Anteprima, parla Daniele Carullo, nuovo responsabile Private di Credit Agricole

5/29/2024 | Daniele Barzaghi

Attenzione alle persone e formazione sono i principali aspetti con cui intende caratterizzare il proprio incarico, alla guida dei 238 private banker del gruppo.


Daniele Carullo (in foto) è il nuovo responsabile Private banking di Credit Agricole Italia. Già responsabile dei Grandi Clienti della banca, ha scelto ADVISOR per la sua prima intervista nel nuovo incarico, delineando le sue priorità e linee strategiche.

Proseguiamo con lui la mappatura dell'industria italiana del private banking, interloquendo direttamente con i protagonisti del mercato attraverso una serie di interviste brevi e concrete. (Qui le precedenti interviste, con Renato Miraglia di UniCredit, Andrea Ghidoni di Fideuram, Marco Bernardi di Banca Generali, Giampaolo Stivella di Fineco, Stefano Volpato di Banca Mediolanum, Federico Taddei di Ersel, Luca Bonansea di Bnp Paribas Pb&Wm, Mario Ruta di Allianz Bank, Alessandro Varaldo di Banca Aletti, Andrea Binelli di Credit Agricole, Maurizio Corsoni di Banca Finnat, Stefano Vecchi di Banca Investis e Claudio Detti di Deutsche Bank).

 

Daniele Carullo, delineiamo quello che è oggi il perimetro della vostra struttura di private banking a partire dai numeri. Quanti private banker avete, quante masse gestite, qual è la vostra presenza territoriale tra filiali e presidi di natura diversa?

Siano uno dei principali istituti di private banking in Italia, attivi su 29 mercati (le strutture territoriali, nella dicitura Credit Agricole, ndr), responsabili di 32 miliardi di masse in gestione. G

uardando ai professionisti, alle persone – elemento che ritengo centrale e su cui mi focalizzerò – contiamo oggi 238 private banker, supportati da 22 Financial Advisor e Wealth Planner (intesi non come advisor ma come tecnici specialisti di mercati e tematiche patrimoniali, ndr), oltre che da una direzione centrale di 440 colleghi. 

 

Chi sono i vostri clienti? Qual è la percentuale di imprenditori?

I nostri clienti partono da un minimo di 500.000 euro di patrimonio finanziario investibile; oltre i 5 milioni di euro sono considerati Executive clients e godono di 3 strutture territoriali espressamente dedicati.  

In termini anagrafici il nostro cliente medio ha circa 60 anni, ma cambia molto la quota percentuale degli imprenditori che nel caso dell’utenza High-Net sale al 23%. Nei soggetti apicali poi, che rappresentano il 7% della nostra clientela, la percentuale sale addirittura al 30%. 

Tra gli industriali non è possibile dare un’indicazione di settori industriali particolarmente rappresentati: il dato varia a seconda del territorio coperto e dei distretti industriali, con una prevalenza quindi delle classiche piccole e medie imprese manifatturiere. In Emilia, dove abbiamo il nostro quartier generale, ad esempio, il comparto agro-alimentare pesa molto.

 

Quali aspetti hanno caratterizzato la vostra azione nell’ultimo semestre? Su quali elementi vi state concentrando in particolare?

La forte accelerazione delle sinergie con gli altri canali del gruppo e in particolare con la banca d’impresa ha certamente caratterizzato l’ultimo periodo; per proporci sempre più come partner degli imprenditori e non essere percepiti soltanto come fornitori di servizi. 

Questo sia nel caso delle Pmi sia nel caso delle grandi imprese, per cui abbiamo una divisione dedicata. 

 

Come intende caratterizzare il suo incarico? Quale tocco personale vuole aggiungere?

Cito due elementi con cui punto a caratterizzare il mio incarico: l’attenzione alle persone e la formazione a 360 gradi. 

Ritengo che la competenza sia la prima condizione per competere, sia per rendere i nostri clienti soddisfatti sia per acquisirne di nuovi. 

Per questo mi concentrerò sui percorsi di crescita del professionisti, non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche per migliorare l’elemento relazionale e le soft skill: l’essere vicini alle persone.

 

Si è posto obiettivi di reclutamento?

Intendiamo crescere sia per linee interne sia reclutando da concorrenti. I profili devono avere in primis due caratteristiche: la voglia di mettersi in gioco e l’ambizione di crescere. 

E guardiamo anche professionisti non necessariamente dotati di un portafoglio clienti.

 

Come spiegare a un cittadino risparmiatore o a un private banker concorrente cosa distingue il vostro modello dall’offerta delle altre banche? 

La presenza in Italia di tutto il nostro gruppo ci consente di garantire un’esperienza eccellente di servizio e un’offerta internazionale personalizzabile. 

Basti dire che nel perimetro vantiamo Amundi, prima sgr europea e tra le prime 10 mondiali per dimensione, e Milano è l’hub internazionale per la proposta multiasset.  

Essere operativi in 46 diversi Paesi non è soltanto un vantaggio geografico, ma soprattutto trasmette competenza a tutte le soluzioni di investimento. 

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