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12/1/2017
Come approvato nel Consiglio di Amministrazione dello scorso 26 ottobre, a partire da oggi, 1° dicembre 2017, è effettiva la fusione per incorporazione in Mediobanca della controllata al 100% Banca Esperia. Un'operazione che completa un percorso annunciato nel 2016 che, da un lato, ha visto lo sviluppo della nuova rete CheBanca!, dall'altro, vede ora la nascita ufficiale di Mediobanca Private Banking, il nuovo brand dedicato alla clientela HNWI con un patrimonio superiore ai 5 milioni di euro: "Un nuovo importante tassello nel presidio della fascia alta di mercato (e di family office), già presidiata all’estero con Compagnie Monégasque de Banque e nei servizi fiduciari con Spafid, e rappresenta l’opportunità di dare vita a un servizio unico nel private & investment banking in grado di mettere le forti competenze corporate di Mediobanca al servizio dei clienti private”, spiega Francesco Saverio Vinci, direttore generale di Mediobanca che ricorda come la nascita della divisione segni un'ulteriore accelerazione nel Wealth Management per un brand storico del mondo bancario italiano che ha l'ambizione di rendere la divisione Mediobanca Private Banking "la Private & Investment Bank Italiana di riferimento" chiarisce Angelo Viganò, che assume l’incarico di responsabile della divisione composta oggi da circa 90 banker e con una capillare presenza sul territorio nazionale, destinata a crescere con l'inserimento di circa 10 banker l'anno.
L'obiettivo è quello di inserire nella struttura principalmente talenti e giovani che siano pronti a condividere il modello di Mediobanca Private Banking, un modello che avrà un focus su wealth e asset management per investitori privati e imprenditori e che si stima possa arrivare ad un 30% di revenues non provenienti dall’offerta tradizionale di private banking bensì dalla generazione di opportunità nel campo dell’alternative investment, in forma anche illiquida.
In parallelo, infatti, il gruppo Mediobanca sta perseguendo una strategia di rafforzamento dell’offerta di prodotti tradizionali e alternativi: “Con l’incorporazione di Banca Esperia in Mediobanca" chiarisce Vinci, "Duemme SGR (già controllata al 100% da Banca Esperia) viene ridenominata in Mediobanca SGR. Ne abbiamo affidato la guida a Emilio Franco, manager di comprovata esperienza nel settore dell’asset management, per la valorizzazione e lo sviluppo della nostra offerta in ambito investimenti con particolare attenzione su nuove competenze e nuovi prodotti. A questo si aggiunge l’importante sviluppo della piattaforma di prodotti alternativi che ha visto, la scorsa settimana, l’accordo di partnership con RAM Active Investments SA che si affianca a Cairn Capital nel segmento del credito strutturato. L’intenzione del Gruppo è di trasferire nel mondo del Wealth Management quelli che da sempre sono i valori fondanti di Mediobanca: capacità di coniugare innovazione e tradizione nonché un approccio di lungo termine con soluzioni dedicate alle esigenze specifiche dei propri clienti”.
Clienti che sono per la maggior parte imprenditori. Per questo la divisione Mediobanca Private Banking intende sviluppare tutte le possibili sinergie con la divisione Corporate & Investment di Gruppo garantendo alla clientela di beneficiare dell’expertise di Mediobanca anche nel M&A advisory così come nel debt e equity capital market: a riguardo è previsto nei prossimi mesi il lancio di nuovi Club Deal per clientela UHNWI con focus Leading Italian Mid Caps.
Mediobanca Private Banking sarà, in questo senso, il primo modello operativo di private & investment bank sul mercato italiano. Un posizionamento chiaro e un progetto ambizioso che, a livello di numeri, secondo le stime del piano triennale 2016-2019 vedrà il mondo Wealth Management di Mediobanca (con le sue due anime Mediobanca Private Banking e CheBanca!) pesare, nel 2019, circa il 23% sul totale dei ricavi segnando così una crescita ulteriore rispetto al più 7% registrato tra il 2016 e il 2017 che ha visto i ricavi del Gruppo Mediobanca raggiungere al 30 giugno ricavi pari a 2,2 miliardi di euro complessivi, il 21% dei quali frutto dell'attività wealth (contro il 16% dell'anno prima).
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