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10/3/2017 | Redazione AdvisorPrivate
Le aziende familiari rappresentano una interessante opportunità di investimento e presentano un sopravvalutato rischio di successione. Questo quanto è emerso dallo studio “The CS Family 1000” di Credit Suisse Reasearch Institute, che ha analizzato 1000 società a conduzione familiare quotate in Borsa a livello globale, dal quale è risultato che le aziende a conduzione familiare hanno sovraperformato i concorrenti in ogni settore e area geografica.
In particolare, dall’inizio della serie storica nel 2006, le società a controllo familiare hanno generato un rendimento cumulativo del 126%, sovraperformando così l’MSCI AC World Index del 55%, con un alfa annuale medio di 392 pb. In poche parole, queste società fanno molto meglio di quelle che non sono a controllo familiare, evidenziano un approccio conservativo e a più lungo termine e livelli superiori di crescita e redditività. La crescita di ricavi ed Ebitda è, infatti, più sostenuta, i margini Ebitda sono più elevati, i rendimenti del cash flow migliori e le dinamiche di leva finanziaria sembrano più contenute. Le valutazioni però sono leggermente più alte delle società non a controllo familiare, ma secondo Credit Suisse Reasearch Institute questo fatto non costituisce un aspetto centrale. Su una base di prezzo/utile (p/e) rettificata per il settore, lo studio ha riscontrato che le società di famiglia sono scambiate a un multiplo di 15,4x sull’Eps prospettico a 12 mesi, con un premio del 2% rispetto alle società non a controllo familiare e ben al di sotto della media storica del 12%.
Passando, infine, a un tema caldo per le pmi italiane, che riguarda il passaggio generazionale, lo studio ha messo in luce come il rischio di successione sia forse sopravvalutato. “L’analisi di Credit Suisse ha evidenziato che negli ultimi 10 anni le aziende dirette dalla prima o dalla seconda generazione della famiglia controllante hanno generato rendimenti rettificati per il rischio superiori rispetto alle loro omologhe con una maggiore tradizione familiare”, si legge all'interno del report,che reputa questo fatto imputabile non tanto alle sfide implicate dalla successione quanto al grado di maturità delle attività operative. Lo studio conclude poi evidenziando che le aziende di famiglia più giovani tendono a essere small cap incentrate sulla crescita, uno stile di conduzione che negli ultimi 10 anni ha conseguito solide performance.
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