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1/28/2017 | Redazione Advisor
Ubs batte le attese degli analisti, ma chiude il 4° trimestre con utili netti in calo. L'istituto svizzero ha, infatti, archiviato gli ultimi tre mesi del 2016 con 738 milioni di franchi di profitti netti, in rialzo rispetto al consensus fermo a 229 milioni, ma in contrazione rispetto ai 949 milioni dell’anno prima, periodo in cui Ubs aveva beneficiato di un elevato beneficio fiscale.
Da rilevare però la forte crescita del risultato operativo ante imposte, che è balzato del 47%, passando da 754 milioni a 1,105 miliardi di franchi, e dei proventi operativi, che sono saliti a 7,06 miliardi da 6,78 miliardi.
Analizzando il bilancio annuale, Ubs ha visto gli utili dimezzarsi a 3,3 miliardi (-46%) appesantiti dal peso della ristrutturazione e dalle performance poco brillanti della divisione di investment banking. Il risultato, infatti, include 693 milioni di accantonamenti per spese legali (che comprendono quelle per chiudere in Usa la vertenza dei subprime) e questioni regolamentari e 1,4 miliardi di franchi legati a oneri di ristrutturazione.
"Nonostante un contesto di mercato molto difficile, nel 2016 abbiamo raggiunto ottimi risultati, grazie a un mix di attività e geografie ben bilanciato e alla forte attenzione prestata nel portare avanti la nostra strategia", ha commentato il ceo Sergio Ermotti, che poi ha aggiunto che il gruppo svizzero ha registrato 40 miliardi di raccolta netta, nonostante la persistente avversione al rischio della clientela.
A livello di divisioni, il wealth management Americas ha conseguito una performance record, registrando un utile ante imposte rettificato record di 1,2 miliardi di dollari, in progresso del 43% su base annua, mentre la divisione personal & corporate banking ha riportato un utile ante imposte rettificato di 1,7 miliardi di franchi, in aumento del 4% su base annua, che rappresenta il migliore risultato d'esercizio dal 2008, nonostante i tassi d'interesse negativi.
Male, invece, l'investment bank che ha registrato un utile ante imposte rettificato di 1,5 miliardi di franchi, in calo del 34% rispetto al 2015, così come il wealth management, che è sceso del 15% a 2,4 miliardi, e l'asset management, che si è invece contratto del 10% a 552 milioni.
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