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Mercati emergenti, opportunità su equity e valute

12/16/2016 | Redazione Advisor

Per il 2017, Ubs WM punta sulle azioni dell'eurozona che presentano un’esposizione di almeno il 20% ai Paesi emergenti


“L’incertezza politica potrebbe alimentare la volatilità a breve termine, ma la sovraperformance degli emergenti potrebbe proseguire anche nel 2017”. Questa l'opinione di Ubs Wealth Management contenuta all'interno dell'Ubs House View - A year ahead 2017, l'outlook annuale che analizza gli scenari macro economici globali e offre indicazioni pratiche su asset allocation e temi d'investimento per il prossimo anno.

Tra questi, un ruolo centrale è dato proprio dai mercati emergenti, in cui Ubs WM vede opportunità nelle azioni dell'eurozona esposte a quest'area rispetto al più ampio indice Msci Europe. “I nostri titoli preferiti presentano un’esposizione di almeno il 20% ai Paesi emergenti, offrono un potenziale di crescita degli utili superiore e potrebbero registrare una volatilità dei prezzi inferiore rispetto a un investimento diretto nelle piazze emergenti”, si legge nello studio, in cui si precisa che dopo cinque anni di deprezzamento delle valute emergenti, che ha ridotto il valore in euro degli utili generati all’estero, l’effetto cambio non rappresenta più un ostacolo di rilievo per le società dell’eurozona attive nei Paesi in via di sviluppo.

Gli utili delle società dell’eurozona esposte ai mercati emergenti registrano un recupero e questo dovrebbe cominciare a riflettersi nei corsi azionari. In particorare, sospinti da fondamentali sostenibili, i profitti delle società dei Paesi in via di sviluppo sono finalmente tornati a crescere: dopo essere crollati di un terzo dal 2012 in poi, hanno infatti recuperato l’8% dai minimi di febbraio. “Inoltre, il rapporto tra revisioni al rialzo e al ribasso delle stime di utile degli analisti è passato da -40% a una situazione di sostanziale equilibrio”, prosegue Ubs WM, che conclude ricordando alcuni fattori alla base dell'accelerazione delle economie in via di sviluppo: la crescita della domanda interna da parte del ceto medio e il fatto che i Paesi produttori di materie prime dovrebbero beneficiare di prezzi delle commodity stabili o in aumento. Ad esempio, il Chief Investment Office prevede che le quotazioni del greggio (Brent) salgano a 60 dollari il barile nel 2017.

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