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10/31/2016 | Redazione Advisor
Operare senza eccessivi vincoli dalla Svizzera sull'Italia. Questo l'obiettivo di molte banche elvetiche, soprattutto di molti piccoli e medi istituti rossocrociati che, non avendo strutture nella penisola, riuscirebbero ad avere così il pieno accesso al mercato italiano dei servizi finanziari.
Per velocizzare il tutto, senza aspettare però gli incerti negoziati tra la Svizzera e l'Unione europea, molte banche elvetiche chiedono di passare attraverso un accordo bilaterale tra Roma e Berna, baypassando i negoziati tra Berna e Bruxelles, ormai in standby da troppo tempo. La posizione, messa in luce dal Sole24Ore, è emersa qualche giorno fa a Milano durante il convegno sulle banche svizzere e il mercato italiano, organizzato dalla Camera di commercio svizzera in Italia.
Sia Fulvio Pelli, presidente della ticinese BancaStato, sia Marco Mazzucchelli, managing director di Julius Bär – riporta il quotidiano - hanno sottolineato l'importanza di una maggiore apertura del mercato italiano, per le banche elvetiche ma anche per il sistema Italia. In questo caso, servirebbe però un accordo bilaterale tra i due stati, sulla falsariga di quanto avviene già tra Svizzera e Germania. Ma bisognerà vedere se il Governo svizzero spingerà ancora in questa direzione e se quello italiano accetterà di concludere l'accordo, senza attendere una Unione Europea già molto impegnata sul fronte Brexit. Dopo l'accordo fiscale del febbraio 2015, il clima tra i due Paesi è migliorato, ma ci sono ancora capitoli aperti, e l'accesso al mercato italiano dei servizi finanziari è uno di questi.
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