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4/19/2016 | Stefania Pescarmona
In caso di voto favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, Ubs prevede due distinte fasi dei mercati. “Nel breve termine, subito dopo il referendum (del 23 giugno, ndr), ci aspettiamo che i mercati possano prezzare in negoziazioni conflittuali tra la Ue e il Regno Unito; che la sterlina sia più vulnerabile e che ci sia un ampliamento degli spread dei Paesi periferici nei confronti della Germania, in particolare di Irlanda e Spagna”, spiegano gli economisti della banca svizzera, che poi aggiungono che il mercato azionario potrebbe poi probabilmente vedere una tendenza avversa al rischio, con uno spostamento verso qualità e titoli difensivi. In questo contesto, la Brexit favorisce le large cap: secondo Ubs, infatti, “i titoli large cap con una esposizione internazionale dovrebbero essere meno a rischio”. Tuttavia, questo non vale in assoluto: ci sono dei titoli di società large cap del Regno Unito che non saranno immuni: si tratta delle banche nazionali.
Nel lungo periodo, invece, la reazione del mercato potrebbe dipendere più dal fatto se l'Unione europea si muoverà verso una più stretta integrazione o disintegrazione. Una più vicina integrazione europea si tradurrebbe in più alti rendimenti dei bond tedeschi e in più stretti spread dei bond periferici nei confronti della Germania, e in una chiusura del gap tra i profitti e le valutazioni Usa-Europa. “Al contrario, i segni di una disgregazione dell'Unione innescherebbero rendimenti periferici nettamente più elevati e un'avversione al rischio azionario con una relativa out-performance dei titoli a grande capitalizzazione con esposizione a livello internazionale”, prosegue Ubs.
Secondo l'istituto elvetico, quindi, due sono le questioni cruciali, definite “assi di incertezza” per determinare l'impatto di una potenziale Brexit sull'Ue. “Noi sosteniamo che l'impatto economico della Brexit sull'Ue dipenderà in modo cruciale da come i negoziati Ue-Uk si evolveranno e da come si svilupperà l'Unione europea dopo la Brexit”, puntualizzano gli esperti, che aggiungono che le due domande chiave sono: se (a) i negoziati tra l'Ue e il Regno Unito procederanno in un modo amichevole o conflittuale e (b) se, nel lungo periodo, l'Unione europea si muoverà verso una maggiore integrazione o disintegrazione. Sulla base di questi due assi di incertezza, Ubs individua uno schema di quattro quadranti, con varie tonalità di scenari. In uno scenario ottimistico, negoziati amichevoli tra Ue e Regno Unito sono seguiti da ulteriori passi di integrazione europea nel corso del tempo: un tale risultato minimizzerebbe i costi a breve termine e massimizzerebbe i benefici a lungo termine. Al contrario, un'uscita conflittuale, seguita da un'ulteriore disgregazione della Ue, probabilmente implicherebbe un aumento dei costi nel breve termine e danni alle prospettive di crescita nel lungo periodo. E potrebbe anche portare a nuove preoccupazioni sull'integrità dell'unione monetaria.
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