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Se Pechino si avvicina...

2/11/2015 | pieremilio.gadda

A giugno potrebbe essere annunciata l'inclusione delle azioni cinesi di classe A nell'Msci EM. Come cogliere le nuove opportunità


Senza fare troppo rumore, la Cina ha chiuso il 2014 con un guadagno del 53%. Quasi cinque volte la performance dell'S&P 500, celebrato da molti osservatori come l'atteso trionfatore dei mercati. Hanno contribuito il taglio del costo del denaro da parte della Banca popolare cinese, a novembre. E i progressi verso una maggiore accessibilità al mercato cinese da parte degli investitori internazionali: il 17 novembre, infatti, è partito lo Shanghai Hong Kong Connect, il programma pilota che consente agli investitori esteri di acquistare azioni A: titoli denominati in renminbi di società costituite nella Cina continentale e negoziate a Shanghai. “Si tratta di un passaggio chiave perché viene aggirato il rigido sistema di licenze e quote che, a partire dal 2003 ha rappresentato l'unica via di accesso per gli stranieri all'universo delle azioni A: vale la pena ricordare che questo segmento rappresenta il 49% del mercato azionario cinese in termini di capitalizzazione di mercato”, sottolinea Mandy Chiu, direttore product strategy di Etf Securities, a pochi mesi dalla quotazione su Borsa Italiana del primo Etf a replica passiva dell'indice Msci China A, lanciato in partnership con la società E Fund Management HK basata a Hong Kong.

 

Nel 2015 le autorità di Pechino potrebbero annunciare l'estensione a Shenzhen di un programma analogo. E in vista c'è quello che David Zhang Qiang, Cio & Deputy Ceo di E Fund Management HK definisce “una molto probabile inclusione delle azioni A nei principali benchmark”. Oggi le azioni A sono fuori dall'Msci emerging markets. La Cina vale il 20% del paniere di riferimento per i mercati emergenti. Se a giugno fosse dato l'annuncio, l'inclusione avverrebbe a maggio del 2016 e il peso delle azioni cinesi nel benchmark salirebbe al 30,6%. “Dato che i replicanti l'indice Msci EM contano asset per circa 1,4 mila miliardi di dollari – calcola Chiu - la rotazione sincronizzata dei portafogli globali per adeguarsi alle modifiche del paniere di riferimento comporterebbe nuovi flussi per 182 miliardi di dollari, circa il 5% delle azioni di classe A in termini di capitalizzazione. In passato, l'annuncio dell'inclusione nei benchmark di Paesi come Qatar ed Emirati Arabi Uniti fu accompagnato da performance azionarie molto positive per i rispettivi mercati azionari”.

 

Secondo Qiang, le condizioni del mercato immobiliare cinese mostrano alcuni segnali di stabilizzazione, se non di miglioramento. “Le politiche monetarie espansive condotte dalla Banca popolare cinese, simili per certi versi ai programmi di easing quantitativo varate dai banchieri centrali in Occidente, il miglioramento delle aspettative degli investitori e il calo dei tassi d'interesse dovrebbero continuare a sostenere il mercato cinese”.

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