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12/23/2014 | Redazione Advisor
Alla fine del terzo trimestre, le masse gestite dal private banking in Italia sfioravano i 500 miliardi di euro. Un nuovo record, favorito da una crescita del 5,4% su dicembre 2013, per metà riconducibile alla performance dei mercati e per l'altra metà alla raccolta netta.
La fotografia scattata dall'Aipb al 30 settembre registra per la prima volta un sorpasso della raccolta gestita su quella amministrata: la prima domina ora l'asset mix della clientela private, con il 36, 8%, inseguita a stretto giro dalle masse amministrate (35,3%) e, a distanza, da raccolta diretta (17,3%) e prodotti assicurativi (10,6%). Il tema della protezione del patrimonio sta tuttavia guadagnando progressivamente peso. Nei portafogli private, vale un punto e mezzo in più rispetto a nove mesi fa. Nell'ultimo trimestre, i flussi netti a favore del comparto sono cresciuti del 5,4%, doppiando la raccolta gestita. E a detta degli operatori, il private insurance sembra destinato a restare protagonista, nonostante la Legge di Stabilità abbia confermato le disposizione della bozza iniziale che riducono alcuni dei vantaggi fiscali previsti fino al 2014 in caso di passaggio generazionale: la nuova normativa, infatti, impone la tassazione ai fini Irpef delle plusvalenze incassate dagli eredi o dal beneficiario della copertura in caso di morte del contraente (viene esclusa la sola componente attribuibile al rischio demografico).
Secondo i dati dell'Aipb, l'industria del private banking si conferma in ogni caso concentrata nelle mani di alcuni operatori: i primi dieci operatori controllano il 71% delle masse gestite, la percentuale scende al 53,5% se si considerano i cinque maggiori player.
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