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Al bivio long-short sul debito emergente

7/30/2014 | pieremilio.gadda

L'estate sarà relativamente calma. Ma secondo Finisterre Capital, nei prossimi 10 anni sarà decisivo poter assumere posizioni sia lunghe che corte


Dopo le forti emorragie del 2013, da qualche mese i flussi di capitale verso il debito emergente hanno ritrovato il segno più. Ma con l'approssimarsi della fine del quantitative easing, memori di quanto accadde a maggio dello scorso anno dopo l'annuncio della riduzione dello stimolo monetario da parte della Federal Reserve, gli operatori si chiedono se è bene prepararsi a nuove turbolenze sui bond dei mercati in via di sviluppo. “I tassi potrebbero salire prima di quanto previsto, tuttavia”, rassicura David Burnside (nella foto), partner e head of business development di Finisterre Capital, “ci aspettiamo un'estate relativamente calma”. Secondo Burnside, tuttavia, l'outlook per i bond emergenti nei prossimi 10 anni sarà probabilmente meno positivo rispetto alla decade precedente, caratterizzata da performance galoppanti per i bond emergenti. “La capacità di selezionare e la possibilità di assumere posizioni sia lunghe che corte saranno decisive”: metteranno cioè l'investitore nelle condizioni di ottenere una migliore protezione contro i rischi di ribasso.

 

Nell'ambito del processo di analisi sui fondamentali macro e sul credito, Finisterre utilizza un modello proprietario di valutazione del singolo Paese che dà priorità ad una questione cruciale: l'emittente è o meno in grado di restituire il suo debito? “Questo processo ci ha consentito di essere short sulla Russia nell’ultimo trimestre 2013 perché abbiamo riscontrato un deterioramento strutturale, che è diventato profittevole all’inizio di quest’anno anche prima della situazione ucraina. In modo simile dopo il forte sell off in Venezuela, abbiamo assunto posizione long su ciò che da quel momento è stato un credito high paying sostenuto da asset reali”. Il riferimento è alle ingenti riserve petrolifere del Paese sudamericano, tra le più consistenti al mondo.

 

Nella scelta tra posizioni in valuta locale, titoli denominati in dollari e debito corporate, al momento Burnside sembra esprimere una preferenza relativa per il mercato corporate. “Sta crescendo rapidamente: valuta locale e mercato forex possono offrire maggiore liquidità in periodi di stress”. La gestione della liquidità rappresenta infatti una delle maggiori sfide per gli investitori nei prossimi anni. La scelta delle singole posizioni, anche in riferimento ai fattori dimensionali, sarà determinante.

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