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6/18/2014 | pieremilio.gadda
“Aumentare del 10% l'esposizione azionaria rispetto al posizionamento attuale”. È questo, secondo Luca Caramaschi, responsabile Wealth Management di Deutsche Bank Italia il primo suggerimento operativo da tradurre subito in scelte di asset allocation per i portafogli dei clienti Private. I rischi, spiega Caramaschi, continuano ad essere concentrati nel reddito fisso rispetto alla componente equity: se la ripresa americana dovesse accelerare come molti credono, infatti, la parte lunga della curva potrebbe essere molto penalizzata: i rendimenti sono calati significativamente e le cedole non consentono di compensare adeguatamente i danni da duration”.
Intanto, però, gli utili delle aziende europee sono fermi da tre anni e molti analisti iniziano a temere che le aspettative di una ripresa degli earnings possano nuovamente essere deluse. “Siamo rimasti a lungo sovrappesati sulle azioni del Vecchio Continente. Recentemente, però”, precisa il responsabile Wealth Management di Deutsche Bank, “abbiamo ribilanciato i portafogli a favore degli Stati Uniti e ora l'America ha un peso superiore all'Europa. Anche il Giappone ha guadagnato quota”. Nel frattempo si torna a guardare ai mercati in via di sviluppo. Nonostante i timori di un'esplosione della bolla creditizia in Cina inizino a trovare pericolose conferme in alcuni indicatori, come i numeri sulla vendita di case e l'andamento dei prezzi, facendo scricchiolare ulteriormente il sistema finanziario. E nonostante il lungo periodo di sottoperformance rispetto ai Paesi sviluppati, segnato da molte false ripartenze e altrettanti tentativi falliti di recupero. “Noi ci stiamo riposizionando: lo stiamo facendo gradualmente ma senza rinunciare ad alcune buone opportunità. In particolare, sottopesiamo l'America Latina a favore dell'Asia. Quest'ultima, insieme al Giappone, vale ormai quanto l'Europa in termini di peso”.
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