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5/21/2014 | pieremilio.gadda
Un sell-off drastico, violento. E molto focalizzato su alcuni segmenti del comparto high tech. Il netto ritracciamento registrato tra fine febbraio e fine aprile nel settore tecnologico ha colto di sorpresa gli operatori. Mentre l’Msci IT World, essendo molto concentrato su alcune mega cap e sui business più maturi (Apple, Microsoft, Ibm, Oracle, Intel e Cisco valgono da sole il 45% del paniere) è riuscito a contenere le perdite a -0,75%, nello stesso periodo gli indici Nasdaq Biotechnology e Nasdaq Internet hanno ceduto rispettivamente 13,1 e 15,2 punti percentuali.
Come si spiega un crollo così massiccio? Secondo gli analisti di FOURPOINTS Investment Managers, boutique franco-americana specializzata sul mercato statunitense e sui titoli tecnologici, l’innesco del trend ribassista sarebbe legato ai flussi di vendita scaturiti da hedge fund e investitori di momentum: usciti in gregge dai titoli più ciclici, avrebbero alimentato una fase di panic selling, risultata poi penalizzante soprattutto per le small cap. “I timori di una nuova bolla tecnologica sono improvvisamente riemersi. Ma la maggior parte degli investitori, noi compresi, ritengono siano ingiustificati: paragonare la situazione odierna a quella di 14 anni fa non ha senso”, concludono i money manager di FOURPOINTS.
Non mancano infatti esempi di titoli tecnologici caratterizzati, in una certa fase della propria storia, da valutazioni stellari, poi rivelatesi in linea con le effettive prospettive di crescita del business. Gli analisti della società franco-americana citano a titolo esemplificativo Salesforce.com. “Nel 2005 raggiunse un rapporto price-to-sales superiore a 20. Il mercato stava anticipando un futuro promettente per l’azienda e aveva ragione: Salesforce ha visto crescere i ricavi di 23 volte in 9 anni e il prezzo delle sue azioni è salito 13 volte. Ora che il business è più maturo, le valutazioni stanno logicamente tornando giù”. Un esempio più celebre è Google . “La società fondata da Sergey Brin e Larry Page per molti anni non ha prodotto ricavi, focalizzandosi sulla costruzione di una posizione dominante. Il risultato - ricordano i gestori - è un’azienda che in 9 anni ha visto crescere di 19 volte i profitti e di 18 il reddito netto. Il prezzo dell’azione, nel frattempo, è sestuplicato”.
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