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10/21/2015 | pieremilio.gadda
Per fare un bilancio sulla tenuta dei portafogli private durante l'estate bisognerà attendere i dati del terzo trimestre. La correzione è stata trasversale, ha coinvolto sia l'universo azionario che molti segmenti del reddito fisso, privando molti investitori di un porto sicuro dove rifugiarsi. Anche il secondo quarto d'anno, del resto, ha messo alla prova i gestori dei grandi patrimoni: tra aprile e giugno, infatti, complice la forte instabilità scaturita dal nuovo focolaio di tensione in Grecia, spiega l'Aipb, l'effetto performance è stato negativo, nella misura del 3,9%. Nel complesso, comunque, il primo semestre ha visto crescere del 6,4% il patrimonio finanziario delle banche private, con un contributo positivo da parte di performance e raccolta netta.
In particolare, è aumentato ulteriormente il peso del gestito (38,2%), sia nella componente rappresentata dai fondi comuni d’investimento (18,5%), che nelle gestioni patrimoniali (19,0%). La quota detenuta in liquidità è rimasta sostanzialmente stabile al 12% mentre è salito all'11,8% il peso dei prodotti assicurativi. Perdono quota titoli di Stato (11,2%), obbligazioni bancarie proprie (4,3%) e altre emissioni obbligazionarie (8,8%) e guadagna spazio, al contrario, la componente azionaria (11,1%): verosimilmente, la più penalizzata dalle violente turbolenze registrate nei mesi di agosto e settembre, sui timori legati alla Cina e a un possibile rialzo dei tassi d'interesse americani, poi rimandato.
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