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Benamou (Axiom): “I profitti delle banche restano fragili”

6/24/2015 | pieremilio.gadda

Per il 2016 riviste al rialzo solo le stime su Danske, Banco Popolare, Intesa Sanapolo e Ubs


La volatilità sui Bund tedeschi continua a impensierire molti piccoli investitori. E persino uno come Bill Gross, gestore del più grande fondo obbligazionario al mondo. “Dopo aver annunciato la risalita dei tassi tedeschi, il suo fondo ha continuato a subire perdite, nonostante il rimbalzo si sia verificato”, ricorda David Benamou, ceo di Axiom, boutique francese specializzata nel settore bancario (nella foto). “Noi rimaniamo cauti in relazione a questi effetti tecnici e abbiamo deciso di mantenere un basso livello di duration modificata, attorno a 2,3 e un elevato rendimento, il che ci ha protetto dalle forti oscillazioni”.

 

Intanto, mentre la tragedia greca sembra avviarsi a un finale meno drammatico, almeno per adesso, il dibattito sul fronte regolamentare rimane focalizzato sui nuovi requisiti relativi alla Total loss absorption capital (Tlac) proposti dal Financial Stability Board per le banche di rilevanza sistemica (in via di approvazione entro il 2015 mentre l'entrata in vigore slitterà al 2019) e sui diversi modi per renderli compatibili con Mrel (Minimum requirement for own funds and eligible liabilities), la sua controparte europea. “Il governo tedesco ha adottato una strategia semplice, rendendo il debito senior subordinato ai depositi bancari, mentre quello spagnolo sta prendendo una direzione differente, con un nuovo grado intermedio di subordinazione. Questo tema deve essere seguito con molta attenzione perché sarà cruciale per i senior bond”, avverte Benamou.

 

Intanto, sul fronte azionario, il mercato è rimasto incerto. In parte a causa delle turbolenze nei negoziati tra Atene e il Brussels Group. In parte perché i risultati del primo trimestre non sono stati convincenti: “I profitti, spesso migliori delle attese grazie a solidi risultati ottenuti con l'attività di trading, per esempio nel caso delle banche spagnole, sono apparsi fragili. Le previsioni per il 2015, riviste al rialzo, sono state bilanciate da stime più basse per il 2016: solo per Danske, Banco Popolare, Intesa Sanpaolo e Ubs gli utili sono stati rivisti all'insù”. Intanto, l'esposizione all'Italia è rimasta stabile. “Siamo in attesa che prenda forma un'ondata di fusioni e acquisizioni tra le banche cooperative – speiga il ceo - e si concluda la discussione sulla creazione di una grande bad bank per le banche italiane di rilevanza sistemica”.

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