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3/11/2015 | pieremilio.gadda
Se la Bce deve acquistare bond per 60 miliardi di euro ogni mese, chi saranno i venditori? Il primo quantitative easing della Fed prese forma in un contesto molto diverso, con la banca centrale impegnata a comprare l'equivalente del 20% dell'offerta netta di Treasury americani. “In Europa l'offerta è più limitata: il deficit aggregato della zona euro valeva “solo” 300 miliardi di euro nel 2013 ed è diminuito drasticamente, mentre la Bce sta per acquistarne 530 miliardi l'anno”, calcola David Benamou (nella foto), ceo di Axiom, boutique francese specializzata sul settore bancario. Non solo. Il bacino più rilevante per gli acquisti della banca centrale sarà la Germania, per 132 miliardi l'anno e si tratta di un Paese con un forte surplus.
Vale la pena ricordare che le banche non saranno venditori di massa dato che la Banca dei Regolamenti Internazionali ha appena evidenziato come il settore bancario sia ancora carente di asset di elevata qualità (in sostanza governativi con rating AAA) per 104 miliardi di euro, in riferimento ai Liquidity Coverage Ratio. Dal canto loro, gli assicuratori non hanno fretta di vendere titoli governativi prima che i requisiti di capitale più stringenti imposti da Solvency II entrino in gioco. “Quindi toccherà agli investitori attivi: hedge fund, asset manager, fondi pensioni, banche centrali e fondi sovrani”, conclude Benamou.
Tutti questi venditori avranno necessità di investire in qualcos'altro (diversamente dalle banche che possono limitarsi a ridurre la leva finanziaria) e non possono semplicemente rimanere parcheggiati nella liquidità. “Per tali ragioni siamo convinti che il Qe avrà un enorme effetto di ribilanciamento, a favore delle classi di attivo più rischiose nel reddito fisso – obbligazioni high yield e investment grade di rating inferiore. L'impatto del quantitative easing negli Usa, senza una tale penuria di governativi – fu assai rilevante”.
La strategia core di Oxiam quindi non cambia: “Continueremo a trarre beneficio dal processo di transizione verso Basilea III e dalla spinta regolamentare sugli ibiridi “legacy”. Il nostro portafoglio attualmente offre un rendimento del 7,14% per una scadenza media di 7 anni e un duration modificata molto corta, 2,17 mentre il tasso di swap per la stessa scadenza è solo 0,48. Lo spread quindi è prossimo al 6,7%”
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