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Voluntary Disclosure, una grande opportunità. Ma non per tutti

12/10/2014 | Redazione Advisor

Intervistato da AdvisorPrivate Philippe Blaser, a.d. della fiduciaria Crossfid, spiega perché e come gli intermediari potranno beneficiare di questa importante rivoluzione.


Philippe Blaser, amministratore delegato di Crossfid S.p.A., non ha dubbi: la Voluntary Disclosure è un’importante opportunità per gli investitori e per il mondo private. Ma solo per quegli intermediari che “hanno improntato le proprie strategie di business e i propri modelli organizzativi sulla base di un inevitabile cambiamento”.

 

La Voluntary Disclosure proposta dall’Italia perché può diventare un’opportunità per i clienti?
Dal 2011 i paesi OCSE e in particolari gli Stati Uniti hanno deciso di comune accordo di combattere i sistemi internazionali di occultamento della ricchezza. Di fatto oggi si è avviato un processo inarrestabile che porterà tra il 2017 e il 2018 ad avere a livello OCSE una permeabilità quasi automatica dei dati fiscali di tutti i contribuenti. In questo futuro molto prossimo le procedure di Voluntary Disclosure caldeggiate dall’OCSE rivestono un carattere imperativo in seno al contribuente che non avesse dichiarato patrimoni, in quanto lo stesso non può più avere la garanzia che il suo dato non verrà divulgato ovunque decida di allocare il proprio patrimonio. In sostanza il contribuente ha tre scelte: aderire ai programmi di Voluntary Disclosure, godendo di sanzioni estremamente ridotte ma pagando tutti i redditi evasi nel periodo di accertamento; non aderire ai programmi di Voluntary Disclosure con la consapevolezza che la banca estera presto o tardi rinuncerà a mantenere un rapporto non dichiarato. In questo caso il contribuente si ritroverebbe costretto a dichiarare il patrimonio senza usufruire di tutte le riduzioni sanzionatorie previste nella finestra temporale della Voluntary Disclosure ed incorrendo nel reato di “autoriciclaggio”; spostare il patrimonio verso giurisdizioni lontane perdendo di fatto il controllo e la disponibilità degli averi per sé e per i suoi eredi.
In estrema sintesi il procedimento di Voluntary Disclosure oggi approvato permette per un’importante platea di contribuenti di sanare la propria posizione fiscale con aliquote ridotte rispetto ai programmi di Voluntary Disclosure operativi in altri stati membri della UE.

 

Quali player secondo voi beneficeranno maggiormente della Voluntary Disclosure?
Riusciranno a beneficiare di questa importante rivoluzione solo gli intermediari che hanno improntato le proprie strategie di business e i propri modelli organizzativi sulla base di un inevitabile cambiamento. Se da un lato gli intermediari esteri non godranno più di un vantaggio fiscale da offrire alla clientela, dall’altro canto gli intermediari italiani dovranno evolvere, e con loro anche le norme di riferimento, le proprie attitudini ad offrire prodotti di Wealth management. Ricordiamoci infatti che le giurisdizioni estere presentano importanti peculiarità in tema di pianificazione e protezione dei patrimoni. Sarà premiante per l’Italia arrivare in tempi brevi ad offrire servizi e prodotti che valorizzino le problematiche patrimoniali, successorie e fiscali.

 

Come vi muoverete per beneficiare della Voluntary Disclosure?
Dal punto di vista della fiduciaria statica che presiedo ritengo che il servizio da offrire al cliente, in una operazione lunga e complessa come questa, si concretizzi in una serie di professionalità che devono trovare un costante coordinamento tra di loro. In sostanza il cliente incorrerà in una serie di difficoltà e complicazioni che potrebbero fargli perdere di vista l’aspetto principale della questione, ovvero a chi affidare i propri patrimoni. Il modello da noi prescelto è volto ad assistere il cliente in tutte le fasi di preparazione, elaborazione e di contradditorio con l’Agenzia delle Entrate, supportato da un team di professionisti con cui condividiamo la centralità del cliente con il suo patrimonio.  La certezza di avere tutta la procedura amministrativa saldamente presidiata permette alla nostra fiduciaria di poter assistere e accompagnare il cliente in piena autonomia decisionale, verso l’allocazione del patrimonio a lui più efficiente ed efficace, tenuto conto del suo universo imprenditoriale e familiare.

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