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9/3/2014 | pieremilio.gadda
Il rallentamento della manifattura cinese, fotografato dal calo dell'indice Pmi di agosto, da 51,7 a 51,1 punti, non è una buona notizia. Gli scricchiolii del mercato immobiliare, come se non bastasse, continuano ad impensierire molti analisti. Ma c'è chi rimane ragionevolmente ottimista. “Noi manteniamo una view costruttiva sull'economia e i mercati cinesi”, rivendica Mauro Ratto, responsabile mercati emergenti di Pioneer Investments. É vero che i segnali di rallentamento del settore edilizio potrebbero minacciare le aspettative di una crescita del prodotto interno lordo prossima al 7,5%: il comparto immobiliare e i servizi collegati valgono, infatti, circa il 20% del Pil cinese ed è impensabile ipotizzare una tenuta della crescita in caso di crollo del mattone. Ma secondo Ratto ci sono ragioni per credere che la correzione sia gestibile.
Primo, il calo dei prezzi è concentrato essenzialmente in certe aree (in particolare in alcune città di prima e seconda fascia) mentre le attese sono per una tenuta delle quotazioni a livello nazionale. Secondo, “crediamo che il processo di urbanizzazione in corso, la crescita sostenuta dei redditi e l'elevato tasso di risparmio prevenga un collasso di larga scala nel real estate”, prosegue il responsabile mercati emergenti di Pioneer. Il deterioramento della salute finanziaria degli sviluppatori e il consolidamento dell'industria dovrebbero portare più opportunità sul mercato. E infine, meno risorse canalizzate nel mercato immobiliare potrebbero segnificare più investimenti in aree maggiormente produttive, come la tutela ambientale e la cura della salute.
Nei primi sei mesi dell'anno, le risorse indirizzate ai settori culturale, medico e del riciclaggio sono cresciute ad un tasso annuo del – rispettivamente – 10%, 13,4% e 17,6%, superando gli investimenti realizzati nelle “vecchie” industrie come quella estrattiva e tessile. Inoltre, l'espansione in atto nel settore dei servizi è diventato fonte di stabilità per il mercato del lavoro, fattore cruciale per favorire il ribilanciamento dell'economia verso un più solido contributo dei consumi domestici: “La Cina ha un enorme potenziale in tema di risalita nella catena del valore, attraverso un focus sulle attività contraddistinte da un più spiccato contenuto di innovazione tecnologica. É una sfida di medio - lungo termine – conclude Ratto - nella quale siamo convinti che la Cina abbia le carte per risultate vincente”.
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