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Fisco: accordo sui patrimoni all'estero entro primavera

10/15/2014

L'annuncio del ministro elvetico delle finanze. La trattativa potrebbe sbloccarsi con l'avvio della "voluntary disclosure" che prevede sanzioni dimezzate, per chi si regolarizza entro due mesi dall'entrata in vigore


C’è tempo entro la prossima primavera per la conclusione di un accordo fiscale tra Svizzera e Italia, ma Berna non andrà oltre. A lanciare l’ultimatum è stato il consigliere della Federazione elvetica per le questioni finanziarie, Eveline Widemer -Schlompf, che ha dichiarato ad alcuni giornali ticinesi, in merito all’accordo con l’Italia, che la sua pazienza è ormai al limite. Colpa dei quattro ministri dell’Economia che si sono succeduti negli ultimi tre anni e con i quali il ministro elvetico ha “dovuto ricominciare ogni volta una nuova conversazione, rispondendo poi alle stesse domande”. 
 
 
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha replicato al collega elvetico, ricordando che in questi mesi la delegazione svizzera ha mostrato “atteggiamenti ondivaghi e a ogni passo avanti si è accompagnato qualche passo indietro”. I due paesi hanno avviato nel 2012 un negoziato per risolvere diverse questioni fiscali, tra tutte quella della tassazione dei risparmi nascosti dai cittadini italiani presso le istituzioni finanziarie elvetiche. 
 
 
Trattative che potrebbero, tuttavia, sbloccarsi con l’avvio della “voluntary disclosure” che permetterebbe, in base al disegno, di dimezzare le multe a chi si regolarizza, se la Svizzera o un altro stato incluso nella black list conclude con l’Italia un accordo di scambio di informazioni entro 60 giorni dall’entrata in vigore. Da parte di Berna c’è la richiesta di revisione dell’accordo sulla tassazione dei lavoratori transfontaleiri e la possibilità di una maggiore penetrazione in Italia degli istituti di credito elvetici. Intanto sul fronte Ue, l’Ecofin ha dato il via libera allo scambio automatico di informazioni fiscali tra Paesi Ue dal 2017, accordo a cui dovrebbe partecipare anche la Svizzera a appartare dal 2018. La Svizzera ha anche firmato con la Ue una dichiarazione di intenti per abolire cinque regimi fiscali per le imprese straniere contestati da Bruxelles.

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