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La Svizzera dà l'addio al segreto bancario

5/7/2014 | Massimo Morici

Berna dice sì allo scambio di informazioni dell'Ocse. Così l'accordo con Roma per la lotta all'evasione si fa più vicino


Il 6 maggio 2014 è una data storica per le banche svizzere. Berna, ieri a Parigi, ha firmato un accordo con l’Ocse per lo scambio automatico di informazioni fiscali, accelerando così il suo percorso che porterà all'abolizione del segreto bancario usato che negli anni passati ha coperto molti evasori stranieri che avevano fatto della federazione elvetica il loro paradiso fiscale all’interno della vecchia Europa. 

L'intesa riguarda tutti i 34 Paesi aderenti all’organizzazione e anche Stati non membri dell'Ocse, fra cui Argentina, Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, India, Indonesia, Lettonia, Lituania, Malesia, Arabia Saudita, Singapore (altro noto paradiso fiscale) e Sud Africa. Altri, come Panama e Dubai, potrebbero seguire nei prossimi mesi, almeno per evitare di finire nella lista nera che l’Ocse si appresta a stilare entro la fine dell’anno e che comporterà anche sanzioni da parte del G20.

Lo scambio automatico di informazioni diventerà operativo dopo la transposizione dell'impegno concordato in sede Ocse nella legislazione dei singoli paesi. Nel frattempo le banche elvetiche e degli altri paesi firmatari dovranno adeguare le loro procedure e i sistemi informatici. Ma cosa cambierà per le autorità italiane impegnate nella caccia agli evasori? Una volta a regime, grazie allo scambio automatico, non sarà più necessaria una rischiesta della magistratura per ottenere le informazioni su presunti evasori che hanno capitali nascosti nei paradisi fiscali.

L’accordo siglato ieri a Parigi, tuttavia, non fissa alcun termine entro il quale adeguarsi concretamente agli standard internazionali di scambio automatico, anche se la data ultima indicata negli accordi precedenti, come ricorda l'agenzia Reuters, per riportare nel paese di origine i dati degli investitori è stata finora quella del settembre 2017 e la richiesta di informazioni potrà comunque iniziare a partire dalla fine del 2015. La scelta di Berna, comunque, rappresenta per l’Italia un enorme passo avanti nella lotta all’evasione fiscale portata avanti dagli ultimi esecutivi e potrebbe accelerare il percorso legislativo, che si era fermato a inizio anno quando si era deciso di stralciare alla Camera il decreto varato dal governo Letta a gennaio, in attesa di una ridefinizione in un ddl di iniziativa parlamentare.

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