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Fisco: la minipatrimoniale porta allo Stato quasi 3 miliardi

3/12/2013 | Massimo Morici

Il balzello su conti e prodotti finanziari ha prodotto un gettito di 2 miliardi, mentre dalle attività scudate sono arrivati altri 900 milioni. Supera i 5 miliardi il gettito derivante dai redditi finanziari


La minipatrimoniale, introdotta dal governo Berlusconi e modificata dall successivo esecutivo tecnico, ha portato alle casse dello Stato circa 3 miliardi di euro nel 2012. Stando ai dati del Bollettino del ministero del Tesoro, le entrate provenienti dall'imposta di bollo lo scorso anno hanno registrato un incremento dell'11,2% (+622.000 di euro) dovuto – si legge in una nota - "alle modifiche normative apportate con i provvedimenti della seconda metà del 2011 alle tariffe di bollo applicabili su conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, nonché al versamento del bollo speciale per le attività finanziarie scudate".

In totale, infatti, l'imposta di bollo ha portato alle casse dello Stato 6,2 miliardi di euro. Di questi, tolti 3,1 miliardi (+207.000 di euro, +7,1%) riscossi in via ordinaria, circa 2,1 miliardi (+115.000 di euro, +5,8%) derivano dalle imposte riscosse su conti correnti, titoli e prodotti finanziari, 65 milioni di euro (–578.000 di euro, pari a –89,9%) dall’addizionale dell’imposta di bollo sugli estratti conto e sulle comunicazioni bancarie, e 880 milioni di euro dal "bollo speciale" per le attività finanziarie scudate. Tra le imposte minori sugli affari, invece, l’imposta sulle assicurazioni nel 2012 ha portato alle casse dello Stato 3,1 miliardi di euro (+21 milioni di euro, +0,7%).

Al gettito derivante dall'imposta di bollo (che quest'anno arriva all'1,5 per mille con un importo minimo di 34,2 euro), occorre aggiungere poi quello derivante dai redditi di natura finanziaria che è aumentato complessivamente del 46,8% (+3.580 milioni di euro) nel 2012, "principalmente per effetto di diversi fattori di carattere tecnico - normativo, in particolare, degli effetti delle modifiche al regime di tassazione ai sensi dell’art. 2, commi 6 - 34, del D.L.n. 138/2011. Il nuovo regime, in vigore dal 1° gennaio 2012, ha previsto il passaggio - in relazione alle diverse tipologie di strumenti finanziari - dalle previgenti aliquote del 12,5% e del 27% all’aliquota unica del 20%" si legge nella nota tecnica al Bollettino del Tesoro.

In dettaglio, presentano un incremento significativo sia l’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+3.162 milioni di euro, pari a +52,2%) sia le ritenute su interessi e premi corrisposti da istituti di credito (+1.923 milioni di euro, pari a +285,9%) sia l’imposta sostitutiva su interessi e premi su obbligazioni e titoli similari (+641 milioni di euro, pari a +14,5%).

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