Tempo di lettura: 2min

Svizzera-Italia, "do ut des" sul fronte evasori

8/30/2012

Ok svizzero alla trattativa con l’Italia che dovrebbe portare alla regolarizzazione dei depositi in nero degli italiani nelle banche elvetiche. Entrambi le controparti chiedono...


Ok svizzero alla trattativa con l’Italia che dovrebbe portare alla regolarizzazione dei depositi in nero degli italiani nelle banche elvetiche.

 


Il Governo della Confederazione ha mostrato interesse, in quanto un eventuale accordo consentirebbe alla Svizzera e alle sue banche di “guadagnare punti” a livello di immagine, vista la brutta nomea di rifugio per gli evasori di mezzo mondo.

Inoltre darebbe continuità al cammino già intrapreso con la Gran Bretagna, la Germania e l’Austria, di rispettabilità finanziaria.

 

Le condizioni, poste nei due incontri che il presidente della Confederazione,  Eveline Widmer-Schlumpf, ha avuto con Monti,  prevedono che in cambio della “regolarizzazione degli averi detenuti in Svizzera dai contribuenti italiani” ci sia "lo stralcio della Svizzera dalle liste nere dei paradisi fiscali, nonché l'imposizione dei lavoratori frontalieri”.

Per quanto riguarda la seconda richiesta, si tratterebbe di rivedere al ribasso la quota di ristorni dei frontalieri italiani, destinata ai comuni delle province di confine, per opere di pubblica utilità.

 

Il pensiero politico
Scetticismo è arrivato da Pierre Rusconi, deputato dell’Udc,principale partito svizzero, nonché membro della Commissione affari esteri del Parlamento elvetico.

“La preoccupazione - ha dichiarato Rusconi riferendosi alle trattative con l’Italia - è che si vada a cercare un accordo semplicemente sulla questione delle imposte evase e che, invece, gli altri temi, quali quello dei frontalieri e delle liste nere, vengano alla fine accantonati e che finisca, come sempre, a tarallucci e vino”.
In sostanza che la questione diventi monotematica. Con l'Italia preoccupata, soltanto, di incassare i soldi degli evasori, e la Svizzera di far calare, ulteriormente, la pressione sulle proprie banche.


"Le devo anche dire - conclude il suo ragionamento Rusconi - che io sono scettico sull'eventualità che quegli evasori italiani, che non hanno approfittato dei diversi scudi di Giulio Tremonti, con aliquote non superiori all'8 per cento, siano oggi disponibili a pagare il 20, se non addirittura il 25 per cento".

 

Per approfondimento leggi anche Fisco, Italia pronta a mettere le mani su 160 miliardi

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?