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7/8/2011 | Massimo Morici
Meno titoli si scambiano, più posti di lavoro rischiano di saltare nella finanza. Se ne sono accorti i dipendenti di Bank of America, Goldman Sachs e Credit Suisse, tra le società finanziarie che taglieranno centinaia di posti di lavoro a causa del crollo delle entrate dal trading di azioni e obbligazioni. Del resto basta osservare il trend del settore finanziario negli Stati Uniti: -30% le entrate dal reddito fisso nelle banche statunitensi nel secondo trimestre 2011 e -15% nella compravendita di azioni, secondo Citigroup.
Così Bank of America, la più grande banca statunitense, lo scorso mese ha deciso di tagliare circa 60 posti nei settori titoli e trading e ha intenzione di tagliarne nei prossimi mesi altri 124, mentre Goldman Sachs, quinta banca statunitense per asset, manderà a casa 230 dipendenti della sede di New York a partire da settembre. Credit Suisse conta di sfoltire il comparto investment banking, alle prese con minori entrate da titoli, tagliando 600 posti di lavoro, di cui oltre 100 nella sede di Londra.
Barclays Capital lo scorso mese ha già eliminato 100 posti di lavoro nel mese di giugno. Royal Bank of Scotland ne eliminerà invece circa 200 in Europa. Il Lloyds Banking Group, maggiore creditore ipotecario della Gran Bretagna, taglierà ben 15.000 posti di lavoro per ridurre i costi costo di 1,5 miliardi di sterline entro il 2014 e HSBC, la più grande banca d'Europa, licenzierà circa 700 dipendenti.
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