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3/16/2011 | Federico Leardini
LA FENICE NIPPONICA - Raramente, negli ultimi anni, gli occhi degli osservatori economici si erano soffermati per più di un battito di ciglia, sul Giappone.
Troppe, guardando ad est, erano le storie di successo provenienti dai mercait emergenti per dedicare particolari attenzioni a un'economia ormai compiutamente matura alle prese con un lento ritorno dalla recessione.
Il terremoto di venerdì scorso e lo spettro atomico di queste ore hanno fatto drammaticamente tornare il Sol Levante sulle prime pagine dei giornali ed anche l'informazione finanziaria si è tornata ad interrogare sulle possibilità e le tempistiche di rinascita della finanza nippponica.
Ciò che spaventa oggi è l'indeterminatezza del rischio nucleare, appeso come una spada di Damocle sulle teste della popolazione di Tokio, e proprio sul concretizzarsi o meno della catastrofe si giocano ora tutte le chanches di un rapido ritorno alla produttività dell'industria locale.
Imprevedibili e tragici sviluppi a parte, gli analisti sorprendono per il loro ottimismo, credendo in un rapido ritorno a una seminormalità per il paese: secondo le prime stime l'impatto del terremoto sul Pil giapponese del 2011 dovrebbe limitarsi allo 0,2 - 0,3%, inferiore al mezzo punto percentuale che segui il sisma del 1995 che ebbe come epicentro la prefettura di Kobe.
Stime leggermente troppo ottimistiche, secondo gli esperti di ING IM, che vedono un ammontare dei danni superiore a quello previsto inizialmente dalle autorità, di 115 miliardi di dollari.
A pesare sulla produzione giapponese soprattutto l'interruzione o il rallentamento di molti processi industriali nelle aree circostanti la capitale, dovuti ai danni alle infrastrutture, alla scarsità di energia elettrica e al sistema di trasporto.
Problemi che, se non dovessero intervenire nuove aggravanti, potrebbero comunque essere affrontati e risolti nel giro di 3 - 4 mesi, dando all'economia nipponica modo di tornare a una produzione semiottimale già per il terzo trimestre dell'anno.
Nel frattempo la Bank of Japan ha già approvato un intervento d'urgenza per garantire fondi extra a beneficio dei mercati.
Mercati, che dal canto loro, superato un iniziale shock dovrebbero recuperare la stabilità, anche in quei settori, come l'assicurativo, che inizialmente hanno dovuto subire l'impatto più duro dall'ondata emozionale legata alla catastrofe.
IL MERCATO VALUTARIO - Effetto sisma in via di assorbimento anche sul mercato delle valute.
Gli esperti di Saxo Bank fanno notare come le valute che stanno soffrendo di più siano quelle procicliche, come Dollaro australiano e Dollaro canadese, in attesa che l'impatto si sposti, come previsto, alle monete dei mercati emergenti.
Rispetto alle valute occidentali e in particolare all'euro, la crisi che Tokio sta vivendo si riflette in una serie di rettifiche continue e rapidissime, dal momento che molti investitori temono che i timori di crollo per la terza economia mondiale possano far sgonfiare prematuramente l'effetto positivo dato dall'attesa per un rialzo dei tassi d'interesse a breve da parte della Bce.
In un quadro simile, a beneficiarne sono soprattutto le valute "rifugio", su tutte il Franco svizzero, che prosegue la sua marci adi apprezzamento
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