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Ue, un terzo delle banche europee mostra utili in calo

11/30/2012

Secondo uno studio di R&S Mediobanca condotto su 18 istituti europei, gli utili dei primi 9 mesi registrano un calo di 38 punti percentuali. Tengono le banche italiane.


La durezza del contesto economico induce le banche d'Europa a nuove svalutazioni di avviamenti, che portano i risultati 2012, finora, ben al di sotto del gramo esercizio precedente.


Gli utili di un campione dei 18 istituti più rappresentativi nel continente, che comprendono le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo, sono scesi del 37,8%, in calo di oltre 14,5 miliardi rispetto allo stesso periodo 2011.

Il decremento è avvenuto malgrado il 2011 fosse appesantito da svalutazione di titoli governativi greci per complessivi 9,1 miliardi e di avviamenti per 8,7 miliardi (quasi tutti a opera della sola Unicredit).

 

E' questa la fotografia scattata dall'ufficio studi R&S Mediobanca che spiega come solo sei istituti su diciotto hanno registrato un marginale miglioramento dell'utile netto: in Italia, Unicredit è tornata positiva con un utile netto di 1,41 miliardi, in gran parte per merito di plusvalenze lorde sul riacquisto di propri titoli per 756 milioni. Simili utili una tantum anche per Intesa Sanpaolo (601 milioni), che così ha limitato il calo del risultato al 12,5% a 1,69 miliardi.

Tra le banche più in arretramento ci sono il Santander (-66%), Bbva (-47,3%), Credit Suisse (-58,1%), Barclays (-88,8%) e Ing Group (-46,3%).

 

Il cruccio delle italiane
 

Le perdite su crediti, che sono il nuovo spauracchio degli istituti causato dalla prolungata recessione, continuano a farsi sentire pesantemente sui due gruppi italiani: per Unicredit salgono a 5,12 miliardi (da 4,5 miliardi nei primi nove mesi del 2011), per Intesa Sanpaolo a 3,25 miliardi (da 2,2 miliardi).


 

La mutazione alla crisi

La seconda fase della crisi, avviata a metà dell'anno scorso per le turbolenze sul debito sovrano dei paesi periferici europei, lascia pesanti cicatrici anche nella composizione dei portafogli dei titoli bancari.
Quasi sparita l'esposizione sui governativi greci, che in un anno sono scesi di 20 miliardi.

 Ma calano ancor di più le consistenze in titoli del Tesoro italiano, che per le 20 banche analizzate si sono ridotti di 22,5 miliardi. Non per le due italiane, che seguendo la caratteristica tendenza "autarchica" degli ultimi 12 mesi hanno aumentato da 103 a 121 miliardi l'esposizione in Btp.

Ciò anche grazie alle aste Ltro concesse dalla Bce a tasso di favore: Intesa Sanpaolo ha utilizzato il 39% di quei fondi per portarsi, a giugno, a 80,4 miliardi di portafoglio in Btp, mentre per Unicredit il dato è solo in lieve aumento a 41 miliardi (da 38,6).

 

Patrimonializzazione

A luci e ombre anche altri parametri di confronto, tra colossi bancari italiani ed europei. La patrimonializzazione "total ratio" del campione, dopo il calo complessivo di 30 punti base del 2011, è salita in un anno di 80 punti base al 15,5% medio.

Le più virtuose sono le banche svizzere (20,2% Credit Suisse, 21,8% Ubs), mentre le banche italiane sono al di sotto della media: Intesa Sanpaolo 14,2% (dal 14,3%), Unicredit al 13,5% dal 12,4%.

 

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