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Banche, redditività ferma al palo

11/26/2012 | Redazione Advisor

Buona la resisitenza agli shock ma gli utili non decollano. E' questa l'osservazione di Fabio Panetta, vicedirettore di Bankitalia all'incontro organizzato dall'Aiaf.


''Il settore bancario italiano ha mostrato elevata capacità di resistenza agli shock".


A parlare è il vicedirettore generale della Banca d'Italia Fabio Panetta, nel corso di un convegno a Milano organizzato da Aiaf, Associazione Italiana degli analisti finanziari, che sottolinea come la redditività è però peggiorata.

Infatti i risultati di Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banca Carige, Monte dei Paschi, UBI Banca e Banco Popolare mostrano utili netti dal 2008 (fino al primo semestre del 2012) pari a solo 4 miliardi di euro.
Risultati simili anche nel resto d'Europa; segno che il malessere è intrinseco al settore.

 

Gli attuali livelli non consentono di remunerare in misura adeguata il capitale e di finanziare lo sviluppo degli intermediari, quindi i prossimi anni dovranno vedere interventi decisi per ricostituire la profittabilità. Ciò richiederà la valorizzazione di tutti gli asset: il capitale umano, il capitale fisico, la fiducia dei clienti.

 

Panetta ha spiegato inoltre che ''la contrazione del credito risente in primo luogo della debolezza della domanda.Le condizioni di offerta stanno migliorando ma rimangono piu' restrittive rispetto a meta' 2011'', ha rimarcato. Il flusso dei crediti inesigibili e' in aumento per le imprese, ma non per le famiglie.

Secondo il vicedirettore di Bankitalia nel breve periodo è difficile ipotizzare un forte aumento dei ricavi dato che le nuove norme richiedono più capitale, influenzando negativamente il trading. Il costo del funding difficilmente ridiscenderà.

Il credito è infatti ''frenato dall'esigenza di ridurre il leverage di banche e imprese, il risparmio gestito dalle tensioni sui mercati e dalla necessita' di espandere la raccolta al dettaglio''.

 

Banche e metodo di analisi


Durante l'incontro di Aiaf dal titolo "Banche, valore e riflessioni sul sistema" si è dibattuto anche sui metodi di valutazione delle banche che sono stati resi più complessi dal cambiamento dello scenario di riferimento indotto dalla crisi.

Secondo Luca Comi, head of equity research di ICBPI, la crisi finanziaria non ha messo in discussione i tradizionali modelli e paradigmi di valutazione delle banche. Si sono invece modificate la prevedibilità dei risultati economici, la qualità e la volatilità dei ricavi e la stabilità delle politiche dei dividendi, che hanno indotto una maggiore prudenza delle assumptions e un più rigoroso controllo degli input. 

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