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Capitali in fuga, stavolta dalla Svizzera

9/14/2012

Ci eravamo abituati a fughe di capitali verso la Svizzera e non il contrario ma i recenti accordi in materia fiscale hanno innescato una fuga di capitali anche dal paese elvetico. La stima parla di...


Erano sopravvissute agli Scudi fiscali per il rimpatrio dei capitali italiani all’estero voluti dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Ma ora le banche svizzere rischiano di subire un durissimo colpo dalla nuova caccia all’evasore che si è aperta in tutta Europa e che non risparmia gli Stati Uniti.

A fare i conti è stata la società di consulenza Zeb/rolfes.schierenbeck.associates, secondo cui entro il 2016 i clienti stranieri toglieranno fino a 200 miliardi di franchi di fondi non dichiarati al fisco dai conti bancari svizzeri.

Tradotto in euro si tratta di una cifra astronomica, pari a circa 164 miliardi, destinata ovviamente a cambiare volto al sistema bancario elvetico.

 

A spostare i propri soldi saranno soprattutto i clienti europei, rileva la società, che ha interrogato trenta manager di banche elvetiche che vedono nero: il deflusso e la pressione sui margini condurrà a una riduzione drammatica del numero di fornitori nel campo del Wealth Management. Sotto pressione saranno soprattutto le banche private di piccole e medie dimensioni.

 

 

Italia e Svizzera

La ripresa del dialogo in materia fiscale è stato uno degli argomenti affrontati dal ministro degli esteri svizzero Didier Burkhalter in visita ufficiale di lavoro ieri a Roma.


Le difficoltà politiche che sta incontrando l’accordo fiscale con Germania non sembrano aver per ora pregiudicato le trattative in corso con l’Italia, ha affermato il ministro degli esteri svizzero al termine dell’incontro.
 

Le trattative vere e proprie inizieranno a Berna il 24 settembre ma gli obiettivi del governo svizzero sono già stati fissati dal Consiglio federale lo scorso 29 agosto; la regolarizzazione degli averi detenuti in Svizzera da contribuenti italiani, l’imposizione alla fonte dei futuri redditi di capitali, la revisione della Convenzione per evitare le doppie imposizioni, lo stralcio della Svizzera dalle liste nere italiane e l’imposizione dei lavoratori frontalieri.

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