Assosim critica la decisione di introdurre un'imposta sulle transazioni finanziarie. "E' in netto contrasto con il nuovo regime fiscale del risparmio gestito e con i progetti previsti per Milano". Ecco perché si corre il rischio di...
Si alza un coro di no contro la tassa sulle transazioni finanziarie. Ad esprimere un parere contrario è Assosim. L'Associazione degli intermediari mobiliari, attraverso un comunicato, esprime "viva preoccupazione e sorpresa per la ventilata reintroduzione, da parte dell’Italia e solo dell’Italia, della tassa sulle transazioni finanziarie".
Secondo l'associazione in questa fase introdurre un "qualsiasi aggravio di costi conseguente a provvedimenti normativi con efficacia limitata al solo territorio nazionale" produrrebbe un solo effetto: indurre gli investitori locali a operare sui mercati esteri e/o per il tramite di intermediari esteri.
Non solo. "Gli emittenti italiani già quotati vedrebbero prosciugare la liquidità sui loro titoli negoziati nei mercati nazionali, mentre quelli che stanno considerando l’opportunità di ricorrere al mercato dei capitali sarebbero ulteriormente incentivati a quotarsi all’estero".
Per questo, ad avviso di Assosim, "l’atteso gettito fiscale dell’imposta allo studio del Governo è destinato a essere più che compensato dall’impatto negativo prodotto sull’erario dalle conseguenti fughe di capitali all’estero, dalle perdite di fatturato per gli intermediari italiani e dalla perdita di competitività e, conseguentemente, di occupazione per l’industria nazionale, che mai come in questo momento necessita invece di essere agevolata nel ricorso al mercato dei capitali".
L'associazione degli intermediari ricorda inoltre al governo che l'eventuale introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie andrebbe in netto contrasto con l'entrata in vigore, prevista per il primo luglio, del provvedimento sul nuovo regime fiscale dei fondi comuni. Un provvedimento "volto a ristabilire pari condizioni concorrenziali per le società di gestione del risparmio italiane, introducendo anche per queste il regime di tassazione sul realizzato previsto per le società di gestione stabilite negli altri Paesi dell’Unione Europea".
Inoltre l’imposta sulle transazioni finanziarie annunciata andrebbe anche ad annullare gli effetti previsti da un’altra iniziativa, anticipata poco più di un mese fa dal Ministro Tremonti: quella che vede la trasformazione di Milano in "una piazza finanziaria internazionale, incentivando il rimpatrio delle società di gestione del risparmio cc.dd. esterovestite alle quali verrebbe riconosciuta la possibilità di optare, in Italia, per il regime fiscale di uno qualsiasi degli ordinamenti fiscali oggi vigenti nell’Unione".
In tutto questo contesto la tassa sulle transazioni finanziarie avrà l'effetto contrario a quanto previsto. Non aumenterà il gettito fiscale ma lo ridurrà.
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