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Consulenti (ex-promotori), occhio alla finanza comportamenale

4/24/2013

Negli ultimi anni i mercati hanno messo in evidenza la follia delle previsioni. Lo spiega nel suo ultimo commento di Juan Nevado di M&G


Se guardiamo indietro al 2012, pochi avrebbero previsto gli eventi che sono avvenuti nel corso dell’anno. I mercati, insomma, hanno messo in evidenza la follia delle previsioni. Lo spiega nel suo ultimo commento di Juan Nevado, M&G Dynamic Allocation fund.

Continuo a preferire le azioni rispetto alle obbligazioni sulla base delle valutazioni. Credo che la recente diminuzione nelle correlazioni tra performance dei mercati azionari possa offrire delle opportunità di investimento nell’ambito azionario. Ritengo che negli ultimo tempi l’andamento dei mercati abbia messo in evidenza la follia delle previsioni. Ad esempio, se guardiamo indietro al 2012, pochi avrebbero previsto gli eventi che sono avvenuti nel corso dell’anno, e ancora di meno sarebbero stati in grado di prevedere le oscillazioni di prezzo degli asset.

Questo spiega perché abbiamo un approccio agnostico alle previsioni economiche: la nostra filosofia di investimento è radicata nella convinzione che il nostro vantaggio competitivo risiede nell’abilità di captare i segnali di valutazione e rispondere alla volatilità nel breve termine causata dalla natura comportamentale di tali oscillazioni. Molti commentatori si sono focalizzati sulle azioni delle banche centrali che stanno artificialmente inflazionando i prezzi degli asset nel tentativo di spiegare la forte performance di molti mercati azionari, altri invece si sono soffermati sulla rimozione dei ‘rischi collaterali’ associati con i toni più convinti della BCE, altri ancora hanno enfatizzato il genuino miglioramento del settore immobiliare Usa e i dati sull’occupazione.

Tutti questi fattori sono di certo stati importanti, ma il contesto economico attuale gode davvero di migliore salute rispetto all’estate del 2012? I dati economici globali sono stati eterogenei, mentre i rischi politici nell’Eurozona devono ancora essere concretamente risolti a dispetto dell’incoraggiante approccio di Draghi. Infatti, le aspettative di crescita globale in molte regioni nel mondo sono diminuite e rimangono depresse, suggerendo un’inconsistenza delle visioni tra i partecipanti del mercato. In particolare, crediamo che le recenti oscillazioni dei prezzi siano state trainate più dalle reazioni emotive degli investitori rispetto alla percezione di rischio, piuttosto che da sviluppi fondamentali significativi. Due esempi su tutti, il caso della Grecia (giugno 2011) e il caso del ‘fiscal cliff’ (novembre 2012). 

Se da una parte i timori degli investitori circa un possibile default della Grecia erano fondati, dall’altra la reazione dei mercati non correlati ha offerto un episodio da cui trarre vantaggio. Il mercato azionario cinese scivolò infatti del 9,5%, rispetto ai suoi recenti livelli record, in seguito alle turbolenze dovute alle notizie negative sulla Grecia. Questo episodio rappresenta un esempio lampante di discrepanza di opinioni tra i gestori del fondo ed il mercato, in quanto i primi non ritennero che la reazione negativa del mercato azionario cinese potesse essere giustificata dai problemi del debito greco.

Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, negli ultimi mesi del 2012, gli investitori hanno temuto sempre più fortemente che i politici statunitensi non riuscissero, o non volessero, trovare un accordo volto ad evitare la serie di aumenti fiscali e tagli alla spesa entro la scadenza che era stata fissata per la fine dell’anno. Nonostante l’esito delle elezioni presidenziali di dicembre sia stato più determinante del previsto, nei giorni successivi i mercati azionari statunitensi sono fortemente caduti al ribasso.

Abbiamo visto tali eventi come una reazione esagerata dettata dal sentiment, soprattutto in quanto buona parte degli indicatori continuava a dipingere un quadro ben più positivo per l’economia USA. La nostra convinzione era che l’azionario statunitense sul medio termine offrisse già valutazioni interessanti, e  abbiamo pertanto colto quest’opportunità per incrementare l’esposizione al segmento tramite un’ulteriore posizione tattica sul breve periodo, rimossa una volta che i mercati sono ripartiti.

Secondo le nostre convinzioni seguire il valore offre una strada per guadagnare rendimenti nel lungo termine, e crediamo ancora oggi che l’azionario sia molto interessante rispetto agli asset percepiti come sicuri. Anche se è sempre bene essere cauti, crediamo che i premi al rischio di oggi stiano ancora ben ricompensando gli investitori. Per quegli investitori in grado di sopportare una volatilità di breve termine, ci sono svariati mercati azionari che continuano a sembrare valutati in modo interessante, anche se di certo un po’ meno rispetto a un anno fa a causa degli ultimi rally.

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