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Dividendi "emergenti", serve una mappa per non perdersi

2/25/2013 | Italo Marchesi

Nel 2012, le società che operano nelle economie emergenti hanno distribuito sotto forma di dividendi circa il 35% degli utili realizzati, un terzo in più rispetto al 2000. Ma per il futuro...


 

Nel 2012, le società che operano nelle economie emergenti hanno distribuito sotto forma di dividendi circa il 35% degli utili realizzati, un terzo in più rispetto al 2000. E' questo uno dei punti chiave del commento Column a firma Manu Vandenbulck, Senior Portfolio Manager Equity Value, ING Investment Management. 
 
Secondo il gestore, fino a qualche anno fa, "i mercati emergenti non comparivano tra gli investimenti preferiti di un investitore alla ricerca di ritorni stabili. Dopo tutto, le società attive in questi paesi preferivano destinare i profitti alla crescita piuttosto che a distribuire valore agli azionisti" spiega Vandenbulck. "E questo ha portato alla percezione che un simile investimento fosse maggiormente indicato per chi era alla ricerca di un ritorno in conto capitale". 
 
Tuttavia, a seguito della crisi asiatica e di altre crisi susseguitesi negli anni ’90, le aziende nei paesi emergenti hanno realizzato "come un allineamento degli interessi con i propri azionisti sia cruciale e hanno quindi iniziato ad abbracciare la cultura dei dividendi, dando priorità alla liquidità di cassa e a una gestione più prudente" continua il senior portfoglio manager equity value di ING Investment Management che considera, oggi, le società dei paesi emergenti più investibili anche grazie "alle loro politiche di distribuzione degli utili e alla maggiore sensibilità verso gli azionisti, rappresentata dallo sviluppo degli aspetti di contabilità. Il numero di queste aziende che paga un dividendo è aumentato significativamente nel corso dell’ultimo decennio e oggi sono oltre 600 le società negli emergenti che danno un dividendo superiore al 2% e che sono sufficientemente liquide per i criteri degli investitori istituzionali". 
 
Ma attenzione, quando ci si avvicina ad un segmento di mercato come quello dei mercati emergenti, l'esperienza è fondamentale. "Le politiche dei dividendi negli emergenti sono abbastanza volatili, in quanto calcolate come percentuale dei profitti" chiarisce Vandenbulck. In paesi come il Brasile o Taiwan, ad esempio, "le società sono obbligate per legge a distribuire parte degli utili sotto forma di dividendi. Questo aumenta sicuramente l’universo investibile, ma di per se non è sinonimo di sostenibilità. A Taiwan, per esempio, molti dei titoli sono ciclici e con elevata sensibilità alla domanda globale, di conseguenza utili e dividendi sono molto volatili". 
 
Anche per questi motivi il gestore di ING I.M. afferma di non escludere dal processo di selezione dei titoli le società a partecipazione pubblica, "considerato che molti Governi sono soliti beneficiare dai flussi costanti garantiti dai dividendi per ragioni politiche, sostenere i programmi e rispettare gli impegni presi". 

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