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2/19/2013 | Massimo Morici
Il 2013 sarà di nuovo un anno positivo per l'industria dei beni di lusso, con una crescita del 6-8%. E’ quanto prevedono in un recente commento Scilla Huang Sun e Andrea Gerst, gestori del fondo JB Luxury Brands di Swiss & Global Asset Management, che celebra i cinque anni dal lancio (il 31 gennaio 2008) con un rendimento del +80%3, classificandosi così nel primo quartile del suo gruppo di riferimento.
La maggiore spinta al comparto (il 90% della crescita), secondo i due gestori, continuerà a provenire dai mercati emergenti, che già oggi rappresentano la metà delle vendite totali di beni di lusso, un numero peraltro destinato ad aumentare ulteriormente. “Le previsioni – spiegano - indicano che la ricchezza mondiale crescerà quasi del 50% entro il 2017¹, e già oggi vi sono più milionari in Asia che in Europa. La creazione di ricchezza nei paesi emergenti sta trainando la crescita del mercato del lusso”.
Il potere di spesa della Cina
Nei prossimi cinque anni il Dragone dovrebbe strappare al Giappone il secondo posto tra i paesi più ricchi al mondo. Il consumo di beni di lusso da parte dei cinesi, che costituisce all'incirca il 30% del mercato, dovrebbe continuare a crescere nei prossimi anni con tassi mediamente a due cifre.
“I cinesi – sottolineano i due gestori - sono soliti acquistare beni di lusso durante i loro viaggi in Europa o a Hong Kong. L'anno scorso il numero di cinesi che hanno viaggiato al di fuori del proprio paese è aumentato di circa il 25%2 e la spesa per beni di lusso è cresciuta in misura addirittura maggiore”.
Nuovi consumatori di beni di lusso
Oltre ai cinesi, prevediamo contributi notevoli alla crescita anche dai consumatori del Brasile, della Russia e del Medio Oriente. L’aumento dei redditi disponibili unito alla passione per i marchi di lusso occidentali alimentano infatti una forte domanda proveniente dalle economie emergenti.
Ecco perché investire nei beni di lusso permette di acquisire un'esposizione alla rapida crescita dei consumi nei mercati emergenti, attraverso società occidentali ben gestite, con bilanci e dati finanziari solidi. Non solo. Negli ultimi cinque anni numerosi marchi forti (fra cui Prada, Ferragamo, Michael Kors e Brunello Cucinelli) hanno presentato Ipo, arricchendo la gamma di titoli a disposizione degli investitori.
“Un terzo delle società in cui investiamo – concludono i due gestori - ha una posizione di cassa netta e un margine operativo medio del 18%. Nel 2013 le aziende con abbondante liquidità potrebbero dare impulso alle fusioni e acquisizioni, anche se i marchi buoni rimangono cari e quelli migliori solitamente non sono in vendita” .
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