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Consulenti (ex-promotori), sarà un 2013 a caccia di ricchi dividendi

1/14/2013 | Massimo Morici

L'operato delle banche centrali secondo UBP dovrebbe costituire una rete di sicurezza per gli attivi di rischio e fa ben sperare per il 2013. Ecco i titoli delle società e le aree su cui scommettere


Gli investitori attratti dal rischio nel 2013 hanno più di un protettore: la Fed e le altre banche centrali, che dovrebbero adottare un approccio spiccatamente proattivo e proseguire le loro politiche monetarie non convenzionali per permettere l’uscita dalla recessione di fronte ai tagli della spesa pubblica e allo scontento sempre più diffuso tra la popolazione.

Questo operato delle banche centrali, infatti, costituisce una vera e propria rete di sicurezza per gli attivi di rischio e fa ben sperare per gli investimenti finanziari di quest'anno. I portafogli, in questo caso, si legge nell’outlook per il primo trimestre di Union Bancaire Privée (UBP) possono dunque essere completamente investiti privilegiando azioni e oro. “Queste politiche monetarie molto accomodanti dovrebbero infatti generare un flusso più abbondante di liquidità negli investimenti azionari e ridurre i premi di rischio man mano che la crescita riparte” spiega Alan Mudie, chief investment officer della casa d’investimento elvetica. 

Tra le azioni, in particolare, sono da preferire quelle di società che pagano dividendi elevati e in aumento: si tratta soprattutto delle grandi capitalizzazioni, che operano in segmenti di mercato con barriere d’accesso, hanno bilanci solidi e regolari cash flow. Se si considerano le aree geografiche, le azioni europee hanno valutazioni tuttora interessanti, soprattutto nell’ipotesi di un intervento più aggressivo da parte della BCE e di un ritorno alla fiducia, mentre quello cinesi accusano ancora un ritardo rispetto alla performance delle altre piazze finanziarie.

Infine le azioni giapponesi secondo UBP dovrebbero beneficiare del calo dello yen, delle prospettive di cambiamento nel governo e dell’intensificata lotta alla deflazione. Anche l’oro merita un posto privilegiato in tutte le asset allocation: rappresenta, si legge nell’outlook, la protezione per eccellenza contro la svalutazione dei cambi e “nel medio termine sarà, senza ombra di dubbio, il grande favorito dall’attuale corso monetario”.

Il perché è presto detto: la monetizzazione del debito pubblico e la stampa di moneta portano alla svalutazione dei cambi dei paesi che hanno imboccato questa strada, con il pericolo di una perdita di credibilità della moneta fiduciaria."I" rischi d’inflazione, che possono sopraggiungere nel medio termine, inducono a privilegiare gli attivi reali nei portafogli e mantenere una forte allocazione nel metallo giallo" conclude l'outlook.

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