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6/18/2012 | Roberto Abate
Che l'Italia possa essere inserita nei Brics, il gruppo dei principali paesi emergenti, è un'affermazione che in pochi sarebbero pronti a sottoscrivere. E non a torto, considerando i tassi di crescita del Pil di Brasile, India, Cina, Russia e Sud Africa, rispetto a quelli negativi del nostro Paese. Eppure c'è chi è pronto ad andare controcorrente.
Come il super presidente di Goldman Sachs Asset Management, Jim O'Neill (nella foto). Che si è chiesto in un recente commento se spiega come le borse di Italia e Spagna abbiano valutazioni che sono il 70% più basse della loro media storica di lungo termine. Una situazione che ricalca quella di fine anni 90 in Asia. Allora chi decise di mantenere gli investimenti in quell'area, colpita da una grave crisi, ha poi ricevuto ottime soddisfazioni, tanto che la stessa Goldman Sachs coniò poi il termine Bric.
"Tra qualche tempo mi chiederanno di aggiungere la I di Italia e la S di Spagna alla sigla Bric che diventerà Briics?", si chiede provocatoriamente O'Neill. Del resto Piazza Affari dopo essere sceso nuovamente sotto i 13.000, avvicinandosi ai minimi del 2009 (12.300), il Ftse Mib ha messo un rialzo del 4% nelle sedute di giovedì e venerdì. Segnali di inizio di un trend solido? Presto per dirlo, visto che molto dipende da come l'Europa saprà gestire la crisi debitoria dei paesi mediterranei e dalla politica monetaria della Bce.
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