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Inquinamento acque, cosa cambierebbe con il divieto dei PFAS

7/17/2024

Guglielmo Merlini, Investment Analyst, MainStreet Partners: “Dal punto di vista degli investimenti la prospettiva di un possibile divieto di questi inquinanti è destinata a impattare significativamente vari settori”


“Nel film ‘Cattive acque’, Mark Ruffalo, un tenace avvocato, scopre i pericoli legati alla contaminazione dell'acqua, rivelando l'impatto scioccante delle sostanze chimiche sintetiche”. Guglielmo Merlini, investment analyst di MainStreet Partners, spiega che, “tratto da una storia vera, il film mette in luce le sfide severe per la salute e l'ambiente poste in particolare dalle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), presenti in prodotti di uso quotidiano come pentole antiaderenti e schiume antincendio”. 

Il gestore ricorda che “conosciuti come ‘inquinanti eterni’, i PFAS si sono diffusi senza restrizioni dalla loro introduzione negli anni '40, diventando un problema globale altamente tossico con conseguenze mortali. Studi e sondaggi stimano che circa il 99% degli americani abbia PFAS nel proprio corpo. Ora i regolatori stanno cercando di controllarne la diffusione: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato alcuni PFAS come cancerogeni, l'UE sta considerando un divieto totale e diversi paesi, tra cui Canada e Australia, hanno già implementato rigorosi standard per l'acqua potabile. Secondo le stime, la spesa per affrontare questa contaminazione potrebbe superare i 300 miliardi di dollari entro il 2040. Ma se da un lato alcuni settori potrebbero trarre vantaggio dall'aumento della domanda di tecnologie di bonifica dei PFAS, dall'altro ciò rappresenterà una minaccia per quelle industrie che dipendono fortemente da queste sostanze”. 

“Dal punto di vista degli investimenti - continua l’analista - la prospettiva di un possibile divieto dei PFAS è destinata a impattare significativamente vari settori a causa del loro ampio uso in numerose applicazioni, in particolare nei settori chimico, della produzione di semiconduttori e tessile: 

Industria Chimica: le proprietà uniche dei PFAS, come la resistenza al calore e alle sostanze chimiche, li rendono inestimabili. Per l'industria chimica, un divieto potrebbe portare a un aumento dei costi di produzione e alla necessità di materiali alternativi, che potrebbero non essere altrettanto efficaci o economici. 

Produzione di Semiconduttori: i PFAS svolgono un ruolo critico nella fotolitografia e nei sistemi di acqua pulita. Queste applicazioni richiedono materiali che possano resistere a ambienti chimici ostili e mantenere alti livelli di purezza e prestazioni. Qualsiasi restrizione sui PFAS potrebbe interrompere i processi produttivi e portare a costi aumentati mentre i produttori cercano alternative adatte. 

Industria Tessile: “i PFAS vengono utilizzati per trattamenti idrorepellenti e antimacchia. Un divieto potrebbe alterare le caratteristiche del prodotto e aumentare i costi di produzione mentre i produttori cercano altri prodotti chimici che offrano benefici simili senza i rischi ambientali e per la salute associati”. 

“Diverse industrie e aziende - sottolinea il manager - stanno affrontando e trovando soluzioni per la contaminazione da PFAS, sfruttando tecnologie avanzate e strategie di conformità normativa. Aziende di bonifica ambientale come Veolia, Waste Management e Republic Services sono in prima linea, impiegando metodi di trattamento avanzati come la filtrazione a membrana, lo scambio ionico e l'assorbimento di carbonio per gestire i PFAS nel percolato di discarica e in altri flussi di rifiuti.  Veolia ha trattato oltre 2,1 miliardi di galloni di acqua in più siti, mentre Waste Management e Republic Services stanno investendo in soluzioni complete di trattamento del percolato per soddisfare le normative in  evoluzione. Inoltre alcune aziende di trattamento delle acque come Xylem, Evoqua e Pentair stanno facendo notevoli progressi. Xylem, rafforzata dalla sua acquisizione di Evoqua, offre un ampio portafoglio di trattamenti per PFAS, inclusi sistemi di filtrazione avanzata e nanofiltrazione progettati per la rimozione dei PFAS. Pentair fornisce prodotti come i sistemi di riduzione PFOA/PFOS Everpure, che utilizzano media Fibredyne per ridurre contaminanti come PFAS, cloro, piombo e microplastiche". 

"Eliminare i PFAS dall'ambiente – constata l’economista - non è però un'impresa da poco. Queste ‘sostanze’ sono chimicamente stabili e profondamente radicate nei nostri suoli, acque e organismi viventi, rendendo la bonifica una sfida complessa. Lo sviluppo di alternative richiederà tempo, rimanendo nell'ambiente per anni, richiedendo quindi una gestione continua e soluzioni innovative e al contempo smaltimento”. 

“Sebbene i regolatori di tutto il mondo stiano finalmente affrontando il problema, ci vorrà tempo prima che le nuove norme abbiano un impatto reale. Nel frattempo si stanno sviluppando soluzioni in grado di proteggere di affrontare il problema, creando un mercato dei PFAS del valore di 250 miliardi di dollari o più. Il capitale privato potrà svolgere un ruolo cruciale nel promuovere l’innovazione nel settore”, conclude Merlini.

 

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