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SGR e sostenibilità, Banca d'Italia chiede chiarezza

2/18/2023

L’industria del risparmio gestito deve cambiare passo quando si parla di gestione dei rischi climatici e ambientali. Entro marzo società chiamate a redarre un nuovo documento per la vigilanza.


L’industria del risparmio gestito deve cambiare passo quando si parla di gestione dei rischi climatici e ambientali. Ad affermarlo è la Banca d’Italia che è pronta a chiedere a tutti gli intermediari di predisporre un “Piano di azione” che dovrà essere approvato dal Consiglio di Amministrazione e trasmesso all’autorità di vigilanza insieme alla valutazione del Collegio sindacale entro la fine del mese di marzo.

 

Ad annunciarlo il Capo del Dipartimento di Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Giuseppe Siani, nell’intervento dal titolo “Il risparmio gestito: prime evidenze sulla gestione dei rischi climatici e ambientali”. 

 

Il documento, pubblicato mercoledì 15 febbraio 2023, presenta i risultati di un questionario di autovalutazione che Palazzo Koch ha distribuito a un campione di 86 intermediari non bancari, tra cui 40 SGR, volto ad apprezzare il livello di integrazione dei rischi climatici e ambientali nei paradigmi gestionali “con particolare riguardo alle seguenti aree: (i) modello di business e strategia; (ii) governance e organizzazione; (iii) sistema di gestione dei rischi; (iv) informativa al mercato”.

 

“L’analisi delle risposte ha evidenziato un limitato allineamento alle aspettative: a fronte di una generalizzata attenzione alle tematiche ESG da parte dei vertici aziendali, sono state riscontrate diffuse carenze, con ritardi nella realizzazione e, spesso, anche nella pianificazione degli interventi strutturali sui diversi profili aziendali interessati” scrive Siani che sottolinea come, a livello di modello di business e di strategia adottata, “la maggioranza degli intermediari si è limitata a ricondurre il tema della sostenibilità del business model alla presenza o meno, nella propria offerta commerciale, di prodotti proposti come “green” o “socialmente responsabili”, mentre è risultata scarsa l’attenzione al conseguimento di obiettivi di sostenibilità misurabili e alla definizione di specifici indicatori di performance”. Aree di debolezza sono emerse anche per quanto riguarda la governance e il sistema governativo, e la gestione dei rischi. In questo ultimo caso si evidenziano “carenze nell’azione di presidio da parte delle funzioni di controllo”.

 

L’analisi dei questioni ha però evidenziato anche “numerose buone prassi preliminari” come, ad esempio, “la buona pratica dell’attuazione di un sistema di monitoraggio sul grado di conseguimento degli obiettivi ESG definiti in sede di pianificazione strategica, attraverso l’individuazione di specifici KPIs”.

 

L’esame dei risultati del questionario e l’interazione che Banca d’Italia ha avviato nei mesi scorsi con i rappresentanti dell’industria ha però “fatto emergere l’esigenza di chiedere a tutti gli intermediari di predisporre un “Piano di azione”” scrive Siani. Un Piano che dovrà comprendere: “l’autovalutazione del grado di allineamento delle prassi aziendali con le Aspettative; la valutazione della materialità dell’esposizione ai rischi climatici e ambientali in funzione dello specifico business model adottato e della dimensione e complessità dell’azienda; l’individuazione degli specifici interventi che si intende porre in essere per colmare le lacune identificate; la definizione delle priorità e dei tempi necessari al completamento delle diverse iniziative, in considerazione dell’intensità di esposizione ai rischi e in funzione della dimensione e complessità dell’operatività aziendale”.

 

Tali Piani saranno poi valutati nell’ambito del “processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) che la Banca d’Italia svolge annualmente su tutti gli intermediari vigilati” spiega Siani. “Tuttavia, la predisposizione dei Piani rappresenta solo un primo step che avvia il percorso di allineamento alle aspettative di vigilanza nell’ambito del dialogo di supervisione e che vedrà impegnati gli intermediari insieme alla Vigilanza per gli anni a seguire attraverso una serie di iterazioni successive”. 

 

Seppure la Banca d’Italia è pronta a supportare le società nella stesura di tale Piano, sembra intenzionata a non fare troppi sconti in merito alla scadenza: “La Banca d’Italia adotterà la necessaria flessibilità e proporzionalità nella valutazione dei Piani. Ci aspettiamo tuttavia che gli intermediari profondano il massimo sforzo per rispettare la scadenza di marzo, in particolare quegli intermediari che hanno già partecipato al questionario di autovalutazione” si legge nel documento.

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