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Sostenibilità: i cinque temi chiave del 2023

12/30/2022 | Marcella Persola

Dalla transizione energetica, alla responsabilità sociale; dagli impegni dei paesi, alle emissioni zero, fino alla sfida normativa. Ecco i temi che occuperanno...


E’ indubbio che la sostenibilità continuerà ad essere un tema centrale degli investimenti, ma secondo Ophelie Mortier, chief sustainable investment officer di DPAM sono cinque i temi chiave che saranno protagonisti dei prossimi anni, individuabili in: sfida normativa, transizione energetica, commitment dei paesi, responsabilità sociale ed emissioni zero.

 

“La regolamentazione è una delle sfide principali per gli operatori del mercato. L'ascesa dell'ESG ha portato a un maggiore controllo e alla necessità di una maggiore trasparenza per evitare pratiche scorrette come il greenwashing. Di recente, abbiamo notato anche diversi casi di cosiddetto "green bleaching" (cioè la pratica di decidere di proposito di non dichiarare i benefici ambientali di un prodotto o servizio per evitare gli obblighi di rendicontazione che derivano da tali dichiarazioni). Diverse società finanziarie hanno riclassificato strumenti ex art. 9 come ex art. 8 per evitare tutti i necessari obblighi di rendicontazione e divulgazione. Con la continua crescita degli investimenti sostenibili, possiamo aspettarci una maggiore regolamentazione in questo settore, che potrebbe continuare a influenzare il modo in cui le società si approcciano agli investimenti ESG e le dichiarazioni che fanno sulle loro attività sostenibili” sottolinea l’esperta.

 

Ma se il quadro regolamentare porrà delle nuove sfide agli investitori, anche il contesto globale ne pone di sue. Se il protrarsi della guerra in Ucraina ha spinto i paesi verso una transizione e sicurezza energetica per garantire il soddisfacimento del fabbisogno nazionale; gli impegni assunti che sono stati senza precedenri richiedono oggi una vera e propria azione. “Molti si sono impegnati a sostenere gli sforzi Net Zero. Ad oggi, l'80% della popolazione mondiale e il 91% del PIL globale sono coperti da questi impegni. Ma non sono solo gli impegni Net Zero a plasmare il futuro della sostenibilità. Solo negli Stati Uniti verranno spesi 370 miliardi di dollari per iniziative legate all'energia e al clima e, allo stesso modo, il programma Fit for 55 e Repower EU mirano a raddoppiare la quantità di energia rinnovabile utilizzata nell'UE entro il 2030 attraverso un aumento dei progetti e delle misure di efficienza energetica. Questo apre un gran numero di opportunità di investimento- evidenzia l’esperta di DPAM. “Tuttavia, anche se si realizzassero le previsioni più ottimistiche in materia di raggiungimento del Net-Zero, l'obiettivo di limitare l'aumento delle temperature globali a meno di 2°C non è garantito. Per trasformare questo scenario ambizioso in realtà, è necessaria una notevole quantità di finanziamenti, con stime che vanno fino a 4.000 miliardi di dollari entro il 2030. È chiaro che è necessario un urgente allineamento delle priorità economiche, climatiche e di sicurezza. Il recente vertice COP27 rappresentava un'occasione preziosa per compiere progressi in questo campo, ma purtroppo l'esito è stato deludente” continua Mortier.

 

Ma la transizione non deve essere semplicemente un compromesso, in cui ci si concentra temporaneamente sulla "E" di ESG, a scapito dei fattori "S" e "G". Una trasformazione sostenibile con un'attenzione particolare all'ESG dovrebbe garantire che tutti e tre gli elementi siano considerati in egual misura.  “La S è spesso considerata il brutto anatroccolo del gruppo” interviene Mortier. “Ma non bisogna sottovalutarla: è importante quanto i fattori ambientali e di governance. Infatti, è direttamente collegata alle questioni ambientali, dato che l'inquinamento atmosferico è il primo killer a livello mondiale. Inoltre, il cambiamento climatico sta avendo un effetto profondo sull'economia globale, portando all'aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, che mettono sotto pressione le condizioni e le retribuzioni dei lavoratori”.

 

È evidente che la transizione verso le emissioni zero comporta un costo per alcuni settori. Abbiamo assistito a un cambiamento nell'allocazione dei capitali grazie all’attenzione per il clima. Tuttavia, gli investimenti in prodotti ambientali e, più in generale, ESG continuano a favorire la tendenza alla sostenibilità. Anche la percezione di una sottoperformance dei titoli ESG rispetto all'anno precedente è un tema caldo al momento. “È chiaro che gli emittenti "verdi/sostenibili" vengono scambiati a premio, e alcuni vedono un aumento di prezzo del 40% rispetto ad altre soluzioni. Anche l'uso di obbligazioni ufficialmente etichettate è in aumento, sebbene ciò comporti una serie di sfide, tra cui la necessità di evitare il greenwashing. Tuttavia, siamo convinti che, per chi è disposto a cercare, ci siano ancora molte opportunità da cogliere” conclude l’esperta di DPAM.

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