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10/13/2022
Lo sviluppo del mercato dei rating ESG, sullo sfondo di una crescente domanda di fondi articolo 8 e articolo 9, categorie introdotte dalla Sustainability Financial Disclosure Regulation (SFDR) è alla base dell’ultima edizione dei Market Insights di EFAMA, intitolata “ESG ratings of Article 8 and 9 funds: assessing the current market and policy recommendations for the future”. In questa ricerca, il cui obiettivo è fare una valutazione del mercato attuale e proporre delle linee di condotta che consentano un corretto funzionamento del mercato dei rating ESG in futuro, EFAMA ha analizzato i rating ESG assegnati da due provider commerciali – Refinitiv e Morningstar Direct – a un ampio campione di fondi targati articolo 8 e 9, soffermandosi sulle differenze tra i rating assegnati agli stessi fondi dalle due società e tra i rating dei fondi articolo 8 e articolo 9.
Tra le principali evidenze, la ricerca rileva che gli score ESG medi di Refinitiv per i fondi di cui all'articolo 9 sono leggermente superiori a quelli per i fondi di cui all'articolo 8, tuttavia le differenze sono piuttosto ridotte. Un ampio gruppo di fondi di cui all'articolo 8 ha punteggi ESG relativamente alti, mentre alcuni fondi di cui all'articolo 9 hanno punteggi bassi.
I rating di sostenibilità Morningstar mostrano che la maggior parte (54%) dei fondi articolo 8 ottiene un punteggio superiore alla "media" nella gestione del rischio ESG. Per i fondi dell'articolo 9, tale quota è superiore al 71%. Tuttavia, il 7% dei fondi articolo 9 è classificato come "sotto la media".
Un elemento da sottolineare emerso dall’analisi è che esiste sì una correlazione positiva tra i rating ESG forniti da Morningstar e Refinitiv, ma è piuttosto piccola. Molti fondi con un punteggio Refinitiv basso ottengono buoni risultati nelle valutazioni Morningstar e viceversa. È un elemento tuttavia che non sorprende, perché ciascuna agenzia di rating basa lo score ESG di un fondo sulla propria valutazione proprietaria, e si tratta di score che hanno poca relazione con la classificazione SFDR.
Dati i risultati della ricerca, EFAMA formula alcune raccomandazioni. Innanzitutto, i consulenti finanziari e i distributori non dovrebbero necessariamente offrire solo fondi articolo 9 ai clienti che esprimono forti preferenze perl’ESG e le norme di regolamentazione dovrebbero astenersi dall'imporre tale requisito. Ciò che consulenti e distributori devono fare è verificare se l'approccio ESG del fondo è allineato alle preferenze ESG dell'investitore e alla sua view sui rischi.
In secondo luogo, lo status di articolo 8 o 9, così come i rating ESG, non dovrebbero essere utilizzati separatamente. Per comprendere le caratteristiche ESG di un fondo, consulenti e distributori dovrebbero utilizzare strumenti aggiuntivi, tra cui il modello ESG europeo (European ESG Template, EET), linee guida nazionali e internazionali, servizi di consulenza, rendicontazione precontrattuale e periodica, ecc.
EFAMA sostiene poi la necessità di sviluppare un quadro normativo dell'UE per i rating ESG , che dovrebbe avere tre obiettivi principali: imporre la divulgazione delle metodologie e delle fonti dei dati utilizzati per fornire i rating ESG; fornire parità di condizioni garantendo che tutte le principali società che assegnano rating a fondi domiciliati nell'UE rientrino nell'ambito di applicazione, comprese quelle non UE che generano una determinata percentuale dei ricavi all’interno della regione; infine preservare l'integrità del mercato stabilendo requisiti specifici per i controlli interni e i processi di governance per evitare conflitti di interesse.
Le autorità di vigilanza dovrebbero acquisire una buona comprensione del pricing e dei quadri di riferimento, in modo da garantire un mercato competitivo per i rating ESG che non consenta a un numero limitato di provider di fissare tariffe eccessivamente elevate per i propri servizi. Nel frattempo potrebbe essere elaborato un codice di condotta volontario per fornire informazioni preziose per il futuro quadro giuridico.
“Dalla nostra analisi concludiamo che metodologie di scoring/rating ESG differenti hanno obiettivi di misurazione differenti, che non sono necessariamente in linea con la classificazione SFDR o con le preferenze ESG degli investitori” ha commentato Vera Jotanovic, senior economist di EFAMA. “Pertanto, queste misure ESG non dovrebbero essere considerate isolatamente quando si fornisce consulenza agli investitori al dettaglio”.
Bernard Delbecque, senior director for economics and research presso EFAMA, ha aggiunto: “Il vantaggio della trasparenza nella metodologia utilizzata dai fornitori di rating ESG è che consulenti e distributori dovrebbero poter fare affidamento sui provider le cui misure si allineano maggiormente alle preferenze ESG dell'investitore”.
“Si prevede che l'utilizzo dei rating ESG per i fondi crescerà rapidamente, poiché la domanda di fondi ESG da parte degli investitori continua ad aumentare. Pertanto, è importante che il mercato dei rating ESG funzioni correttamente, con un'adeguata divulgazione di informazioni utili alle decisioni” ha evidenziato infine Tanguy van de Werve, direttore generale di EFAMA.” Poiché la Commissione europea sta attualmente valutando un quadro normativo per i rating ESG, ora è il momento giusto per assicurarci di avere un mercato trasparente e competitivo, che aiuterà a convogliare gli investimenti dove è più necessario per la transizione dell'Europa verso un’economia a impatto zero sul clima”.
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