Pictet si è contraddistinta come gestore estero per aver macinato dei risultati importanti nel corso del 2021. Abbiamo chiesto a Paolo Paschetta, country head Italy di Pictet AM, di evidenziare quali sono stati i fattori e i driver di questo successo, anche sul fronte delle masse in gestione sostenibile e come la società intenda muoversi nel prossimo futuro. 

 

Pictet AM si è distinto come gestore straniero sia sul fronte della raccolta che del patrimonio, quali i fattori determinanti di questa crescita?
I risultati eccezionali conseguiti nel 2021 in Italia, con oltre 4,7 miliardi di euro di nuovi capitali e masse in gestione in crescita di oltre 9,9 miliardi di euro, che a fine anno si attestano a 48,6 miliardi di euro, sono riconducibili a diversi fattori. Prima di tutto, i clienti di Pictet AM apprezzano da sempre il livello elevato del nostro servizio, che si accompagna ad una altrettanto alta qualità dell’offerta, con soluzioni di investimento che generano performance solide anche in contesti difficili. Le ottime performance dei nostri comparti, trainati dall’andamento positivo dei mercati nel corso del 2021, hanno portato a una grande crescita del patrimonio gestito, beneficiando di un asset mix in cui le strategie azionarie hanno un ruolo di primo piano. Ma a questo straordinario risultato ha contribuito anche una importante raccolta nelle nostre principali aree di eccellenza, come la gestione multi asset e i mercati emergenti.

 

Quali sono i driver che hanno contribuito al raggiungimento di tali risultati?
Anche qui sono diversi gli elementi che ci hanno favorito. Oltre al punto di forza rappresentato dalla nostra offerta, con i tematici e i multi-asset che continuano a guidare la raccolta, possiamo citare prima di tutto la crescita dei mandati in delega (sub-advisory), che deriva dalla forte expertise sviluppata da Pictet AM in uno dei trend più rilevanti nell’industria del risparmio gestito degli ultimi anni. Tra gli altri fattori di rilievo, va ricordata l’importanza del canale di raccolta tramite piani di accumulo (PAC), che permettono di gestire meglio l’emotività dell’investitore finale e, attraverso versamenti periodici automatici, mitigano i rischi di market timing nei momenti di maggior volatilità di mercato. Infine, come dicevo, i nostri clienti - che si tratti di consulenti finanziari, reti o canale wholesale - riconoscono l’eccellenza del nostro servizio, che non ha mai subito cali nemmeno durante la pandemia grazie alla rapida implementazione delle attività digitali e da remoto.

 

Quali sono le previsioni in merito al prossimo quarter?
Le performance viste negli ultimi due anni sui mercati azionari sono indubbiamente eccezionali, in particolare se pensiamo ai rendimenti a doppia cifra registrati nel 2021. Detto questo, per il 2022 prevediamo una “normalizzazione” della performance azionaria, con il ritorno dei rendimenti in un range a cifra singola tra il 5 e l’8%, grazie al trend di crescita degli utili e alla progressiva riapertura delle attività economiche. Senza ignorare tutte le incognite del contesto geopolitico attuale, che si sommano ai rischi legati alla crescita dell’inflazione, più duratura del previsto, e alla fine delle politiche espansive (dal punto di vista monetario e fiscale), bisogna lavorare con un approccio educational affinché gli investitori, e soprattutto i clienti finali, comprendano che le fasi di correzione dei mercati azionari rappresentano in realtà opportunità, in particolare se gestite attraverso strumenti flessibili come i PAC. Fin dal 2019, infatti, abbiamo promosso con una campagna dedicata, tuttora in corso, con cui ci siamo fatti carico delle spese di apertura di nuovi piani di accumulo, proprio con l’obiettivo di favorire questa tipologia di investimento.
 

Per navigare questo contesto bisogna però utilizzare tutte le soluzioni in grado di offrire valore, che vediamo per esempio nei mercati emergenti, e che prevedano la delega tattica per la parte più difensiva del portafoglio, come i nostri fondi flagship MAGO, CORTO ed EMMA. Un’altra area a cui prestare molta attenzione in ottica di protezione dei portafogli è ovviamente l’obbligazionario, alla luce del ritiro degli stimoli monetari da parte delle banche centrali dei paesi sviluppati, FED e BCE in primis. Anche qui ci sono soluzioni interessanti, dagli obbligazionari short term al debito cinese in valuta locale. Infine, stiamo lavorando per ampliare la nostra offerta nei real asset con soluzioni accessibili anche al retail, perché pensiamo sia giusto che i clienti finali possano beneficiare di opportunità di rendimento interessanti, solitamente riservate ai soli investitori istituzionali/professionali.

 

Quali sono i prodotti che gli investitori stanno apprezzando?
In realtà possiamo dire che tutta la nostra gamma è molto apprezzata. Se guardiamo all’azionario, le soluzioni tematiche rappresentano un punto di forza perché siamo in grado di individuare tempestivamente temi di investimento che colgono trend importanti, in grado di plasmare le dinamiche sociali e i modelli di consumo. Pensiamo per esempio a Pictet-Human, che investe in aziende in grado di contribuire all’autorealizzazione degli esseri umani, o a Pictet-Nutrition, che si focalizza sulle società più innovative del settore alimentare, o ancora a Pictet - Premium Brands, che mira a cogliere le opportunità d'investimento che emergono da trend di lungo termine nel settore del lusso (es. crescita dell’e-commerce, lusso esperienziale, sostenibile, ecc.).

 

Anche sul fronte sostenibile sono cresciute le masse da voi in gestione. A cosa attribuite questa crescita dell'AUM?
In questo ambito possiamo dire di essere stati dei pionieri, come dimostra il fatto che oggi Pictet AM è il primo gestore in Europa per masse gestite in soluzioni conformi all’articolo 9 della SFDR[1], quindi in strategie in grado di generare un impatto positivo in termini di sostenibilità. Questa attenzione agli aspetti ESG lungo tutto il processo di investimento, trasversale a tutta la gamma di offerta, ha generato nel tempo flussi sempre più rilevanti, con una crescita notevole delle masse gestite classificabili come articolo 8 e 9. Per fare un esempio, la nostra gamma di soluzioni sostenibili si è recentemente ampliata con altri comparti che oggi rispettano i requisiti dell’articolo 9, tra cui uno dei nostri fondi più noti, il Pictet-Global Megatrend Selection, che ha 13 miliardi di euro di masse in gestione.

 

Sul fronte della sostenibilità quali sono i vostri progetti? 
In questo ambito, come dicevo, siamo sempre stati tra i first mover. Nel corso degli anni abbiamo attivamente preso parte a numerosi progetti e gruppi di lavoro, dal “Building Bridges” per l’implementazione dei SDG nel settore degli investimenti, alle iniziative finalizzate a migliorare la qualità e la disclosure dei dati ESG aziendali, in particolare negli alternativi (“ESG Data Convergence Project”), fino all’adesione al Net Zero. Guardando al prossimo futuro, abbiamo stabilito tre obiettivi chiave: ridurre significativamente l’impatto ambientale di tutte le nostre attività aziendali e dei nostri investimenti, con un approccio molto pragmatico, che include la definizione di veri e propri KPI e di un piano di azioni concrete e sempre misurabili; raggiungere la piena integrazione dei fattori ESG e delle pratiche di active ownership in tutti i processi d’investimento a livello di Gruppo e, non ultimo, consolidare il nostro posizionamento di gestore leader nell’offerta di soluzioni di investimento responsabili in tutte le asset class, da quelle tradizionali agli alternativi.