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11/17/2021
Efama prova a fare il punto sul mercato europeo dei fondi sostenibili alla luce della nuova regolamentazione. Nel suo ultimo report Market Insights, dal titolo “The European ESG market – Introducing the SFDR”, l’associazione europea ha analizza le dimensioni del mercato ESG europeo, esaminando gli asset in gestione dei fondi attraverso il framework della SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
Sebbene non fosse intenzione delle autorità di regolamentazione che gli articoli SFDR si trasformassero praticamente in etichette per i prodotti, Efama fa notare che l'implementazione dell’informativa ha, in pratica, suddiviso l'universo dei fondi dell’eurozona in tre categorie. Ogni categoria prende il nome dall'articolo corrispondente della SFDR: i fondi “Articolo 6” sono gli strumenti che integrano i rischi di sostenibilità, i fondi “Articolo 8” sono quelli che hanno al loro interno caratteristiche di sostenibilità e infine i fondi “Articolo 9” sono quelli che hanno obiettivi di sostenibilità.
Il report segna la prima volta che Efama, in collaborazione con le associazioni nazionali, raccoglie dati specificatamente sui fondi Articolo 8 e 9. I dati dell'indagine si sono rivelati complementari ai dati raccolti dai provider di dati commerciali, e hanno quindi disegnato un quadro più completo del mercato europeo dei fondi, con una migliore copertura del segmento di mercato dei fondi alternativi.
Entrando nel dettaglio dei principali risultati del report, per quanto riguarda i fondi Articolo 8 della SFDR, alla fine del primo trimestre 2021 il patrimonio gestito ammontava a 3,7 trilioni di euro, pari al 22% del mercato europeo dei fondi. Le sedi principali degli strumenti Articolo 8 sono Lussemburgo (35%), Francia ( 16%), Paesi Bassi (13%), Svezia (13%) e Irlanda (9%). In termini di quota di mercato nazionale dei fondi dell'articolo 8, la Svezia occupa il primo posto (92%), seguita dal Belgio (50%) e dai Paesi Bassi (48%).
Sempre a fine marzo 2021 il patrimonio netto dei fondi Articolo 9 ammontava invece a 340 miliardi di euro, ovvero circa il 2% del mercato europeo dei fondi. In termini di domiciliazione il Lussemburgo rappresentava più della metà degli asset complessivi dei prodotti Articolo 9, seguito da Francia (16% ) e Paesi Bassi (9%). Poiché il patrimonio netto totale di questa categoria di fondi è piuttosto ridotto, non sorprende che la loro quota di mercato a livello nazionale sia altrettanto bassa. I fondi Articolo 9 rappresentavano tra lo 0% e il 4% dei fondi nazionali domiciliati.
A livello di singole asset class, nello stesso periodo i fondi azionari rappresentavano il 47% di tutti i fondi Articolo 8 e il 71% di tutti i fondi Articolo 9, mentre rappresentavano solo il 30% del totale del mercato complessivo dei fondi Ucits e alternativi.
Complessivamente alla fine del primo trimestre 2021 le società di gestione in Europa hanno applicato un approccio di investimento ESG ad un totale di 11 trilioni di euro tra attività, fondi e mandati, una cifra leggermente superiore alle stime del 2019, che si attestavano a 10,7 trilioni di euro.
Thomas Tilley, senior economist di Efama, ha commentato: “La copertura dei fondi targati articoli 8 e 9 della SFDR è notevolmente disomogenea in tutta Europa. Ci sono diversi fattori alla base di queste differenze, quali le diverse interpretazioni del livello 1 del testo della SFDR da parte delle autorità di regolamentazione nazionali, l'attuazione ritardata delle misure di livello 2 e i diversi livelli di maturità dei mercati dei fondi ESG tra gli Stati membri. I risultati dell'indagine forniscono una prima immagine di un mercato che rimane in piena evoluzione e dovrebbe quindi essere trattato con una certa cautela. Il mercato ESG ha già subito cambiamenti significativi dall'introduzione di SFDR e senza dubbio subirà ulteriori cambiamenti nei prossimi mesi e anni".
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