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9/4/2021
Sostenibilità. È la parola più abusata degli ultimi anni. Il dibattito, a livello mondiale, è letteralmente esploso quando Larry Fink, numero uno di BlackRock, nella lettera annuale inviata ai vertici delle aziende nel 2018 scrisse: “Nel suo ruolo di fiduciario, BlackRock s’impegna in prima persona con le aziende per realizzare nel lungo periodo la crescita sostenibile necessaria ai nostri clienti per raggiungere i propri obiettivi”.
Da quel momento essere sostenibile, e offrire strumenti ESG, è diventato un obbligo. E non è un caso che in Italia l’edizione del 2019 del Salone del Risparmio fu interamente dedicata alla sostenibilità: “Sostenibile, responsabile, inclusivo. La frontiera del risparmio gestito”, questo era il titolo di quella edizione. L’ultima prima del Covid-19. Oggi ritorna il Salone del Risparmio e la sostenibilità rimane protagonista: ben 45 delle 115 conferenze annunciate sono esplicitamente dedicate al mondo ESG in tutte le sue sfaccettature. Ma non è escluso che una buona parte delle altre 70 conferenze previste in occasione della manifestazione organizzata da Assogestioni siano in parte dedicate alla sostenibilità, perché da quel lontano 2018 il mantra dell’industria sembra essere: il risparmio salverà il pianeta.
Ora, però, il dibattito deve prendere una nuova direzione. È il momento di essere più critici quando si parla di sostenibilità. A farlo, nei mesi estivi, è stato un ex protagonista di questo mondo: Tariq Fancy, ex-cio per il sustainable investing di BlackRock, che ha pubblicato nella community Medium un lungo testo dedicato al tema, dal titolo “The Secret Diary of a ‘Sustainable Investor’”.
Il testo è fortemente provocatorio e indica una lunga serie di criticità sull’approccio del capitalismo alle tematiche ESG. Un approccio che parla di salvare il mondo ma che, secondo l’autore, è troppo focalizzato sul profitto personale. E questa focalizzazione va a discapito del pianeta: “Se credete davvero nel capitalismo” scrive Fancy, “dovreste essere arrabbiati: una generazione di leader sta rovinando tutto difendendo una versione distorta del sistema che: ha portato benefici, in modo sproporzionato, a pochi a spese dei molti; danneggiato irreversibilmente il nostro ambiente; ‘costretto’ i regolatori a servire i loro stretti interessi; e appesantito i governi con montagne di debiti che le generazioni future dovranno affrontare, distruggendo la fiducia nella politica e nella democrazia e aumentando il rischio di shock, non solo climatici ma anche politici. Da anni compriamo un placebo a buon mercato e lo chiamiamo “prevenzione” - e tutto ciò che sta realmente accadendo è che il conto finale che dovremo pagare per una vera “cura” sta silenziosamente aumentando. E quando quel conto arriverà, non avremo più soldi perché tutto sarà esaurito. Questo atteggiamento non riguarda solo i dirigenti d’azienda [ma anche i politici]. Il greenwashing di un prodotto è una cosa, ma questo è qualcosa di molto peggio: questo è il greenwashing del nostro intero sistema economico”.
Il dibattito sulla sostenibilità deve cambiare perché l’intero capitalismo deve evolvere e tutti possiamo “agire nel nostro interesse personale”, a patto che si sia disposti ad “allinearsi collettivamente intorno a un interesse pubblico condiviso”. Solo così assisteremo, secondo Fancy, alla fine del greenwashing in tutte le sue vesti. La finanza è pronta a questa nuova e profonda svolta? E l’industria del risparmio gestito? Il dibattito è aperto e ADVISOR vuole aprire una finestra sul mondo ESG che aiuti a comprendere meglio i rischi e le opportunità che l’approccio fin qui seguito porta con sè.
Allegato a questo articolo trovate il testo completo a firma Tariq Fancy: qui
Invito tutti i gestori e i manager dell’industria del risparmio gestito e della consulenza finanziaria a inviarmi un contributo per riflettere sulle provocazioni/accuse contenute nel testo di Fancy e, soprattutto, per riflettere sul “greenwashing” del sistema economico: darco.francesco@o-fc.eu
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