La settimana che ci lasciamo alle spalle è stata dominata dalla politica. Gli esiti delle elezioni europee si sono fatti sentire sui mercati finanziari, e sono ancora molte le conseguenze che potremo registrare nelle prossime settimane, soprattutto in vista delle elezioni del 30 giugno in Francia. Il netto trionfo del Rassemblement National di Marine Le Pen, ha spinto il presidente Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento e indire le legislative per fine mese.

Ma i cinque giorni folli della politica francese hanno fatto passare in secondo piano (per ora) un altro appuntamento elettorale imminente: quello del Regno Unito. Certo, se è vero che “le elezioni anticipate dell’Assemblea Nazionale francese, il cui primo turno si terrà a fine giugno, rappresentano un fattore di incertezza, oltre che una vera sorpresa, dopo un’elezione del Parlamento europeo svoltasi più o meno come previsto”, come ha evidenziato Hans-Jörg Naumer Director Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors. È anche vero che, se guardiamo al Regno Unito, “i sondaggi sono unanimi e prevedono una vittoria schiacciante del Partito Laburista guidato da Keir Starmer, la cui elezione dovrebbe essere accolta favorevolmente anche dal mercato. Lo dimostrerebbe il fatto che nel corso delle ultime settimane la sterlina si sia rafforzata e la volatilità sia rimasta contenuta, sia sul fronte dei mercati che su quello valutario” ha spiegato Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.

Ma in questo caso, le conseguenze per il mondo della consulenza finanziaria italiana, e in primis, per il private banking potrebbero arrivare da un altro fattore. E potrebbero non essere “negative”. 

Come indicato nell’articolo “Londra, più tasse di successione ai milionari”, il Partito Laburista, dato fortemente in vantaggio alle elezioni britanniche del 4 luglio, punta a riformare le norme su trust e capitali offshore. E, in particolare, se procederà con l'idea di abolire le protezioni fiscali sui patrimoni offshore, con particolare riferimento alla modifica delle tasse di successione, sembra che ci possa essere la volontà di molti clienti milionari di lasciare il Regno Unito.

L’Italia potrebbe beneficiare di questa possibile fuga?  “Al di là della valutazione politica – spiega ad Advisoronline Maurizio Primanni ceo di Excellence Consulting – la riforma che il (quasi certamente) nuovo governo laburista dovrebbe prendere, avrà degli effetti importanti anche sui clienti private italiani residenti in UK. Il nostro Gruppo è molto interessato a studiare questa dinamica e stiamo monitorando la situazione”.

E la domanda successiva è d'obbligo: di quali possibili cifre stiamo parlando? “Dalle nostre analisi, posso anticipare che nel Regno Unito hanno la residenza fiscale 500.000 italiani e stimiamo che circa il 20% di questi la abbia richiesta per usufruire delle agevolazioni sui redditi e le imposte di successione (da ricordare per completezza che in Italia i clienti private sono 1 milione)” spiega Primanni che si spinge oltre e ipotizza che “a fronte, in particolare, dell’innalzamento delle aliquote sulle successioni anticipato da Keir Starmer, è possibile prevedere che il 10% di questi, (ovvero 10.000 clienti private) potrebbe scegliere di riportare la residenza fiscale in Italia. Se ipotizziamo un patrimonio medio di 5 mln di euro, si tratta di 50 mld di euro pronti a lasciare la terra d’Albione per tornare nel Belpaese”.