Tempo di lettura: 4min

Londra, più tasse di successione ai milionari

6/14/2024 | Daniele Barzaghi

Il Partito Laburista dato fortemente in vantaggio alle elezioni britanniche del 4 luglio punta a riformare le norme su trust e capitali offshore


I wealth manager e private banker britannici hanno iniziato a segnalare la volontà di molti loro clienti milionari di lasciare il Regno Unito qualora il Partito Laburista (dato vincente alla prossime elezioni con 20 punti percentuali di scarto) procederà con l'idea di abolire le protezioni fiscali sui patrimoni offshore, con particolare riferimento alla modifica delle tasse di successione.

Il principale partito della sinistra nazionale, oggi guidato da Keir Starmer (in foto), ha ribadito nel proprio programma elettorale appena diffuso l'intenzione di aumentare la tassazione sui cittadini più ricchi per supportare investimenti in scuole, welfare, riforma energetica e servizio sanitario nazionale.

Il Partito Laburista ha dichiarato che si muoverà più velocemente per eliminare le agevolazioni sui redditi guadagnati all'estero ed espandere il regime britannico di imposta sulle successioni, includendo beni esteri detenuti in trust progettati appositamente per aggirare il fisco inglese.

Gli economisti affermano che i livelli fiscali complessivi probabilmente si avvicineranno a un massimo storico indipendentemente da chi vincerà le elezioni, nonostante le promesse dei due principali partiti di non aumentare le principali aliquote fiscali.

Il Partito Laburista ha dichiarato che non aumenterà le imposte sul reddito o i contributi alla sicurezza sociale (National Insurance) sui lavoratori. Ma ha promesso di ridurre il divario tra le imposte dovute e quelle raccolte nel Regno Unito, che è aumentato di 5 miliardi di sterline, fino a 36 miliardi di sterline, nell'anno fiscale 2021/22.

Catherine de Maid, partner dello studio legale Burges Salmon, ha affermato ai microfondi di Reuters che i suoi maggiori clienti erano disposti a pagare imposte più elevate sui redditi e sui guadagni in conto capitale, ma che la proposta sull'imposta di successione rappresenta il “punto di rottura” per molti di loro:  “L'aliquota di successione nel Regno Unito è alta: è pari al 40%. E i clienti internazionali non sono disposti a pagare questa tassa su beni spesso acquisiti o guadagnati prima del trasferimento in Regno Unito. Preferirebbero andarsene del tutto”.

L'Italia, insieme a Spagna, Svizzera, Dubai e Singapore, è molto popolare presso i ricchi britannici che cercano Paesi con tasse più basse per i grandi capitali, ha aggiunto Nigel Green, Ceo del consulente patrimoniale DeVere Group. In Italia, nello specifico, secondo quanto confermato da PWC tali aliquote non supererebbero l'8%; in Spagna il 34%.

La maggior parte degli individui ricchi è "internazionalmente mobile" e trovare modi per rinunciare alla residenza fiscale nel Regno Unito può divenire una delle loro principali priorità, secondo Mark Routen, capo del dipartimento fiscale presso il gestore patrimoniale Hoxton Capital Management, con sede nel Regno Unito e a Dubai: “Il test di residenza statutaria nel Regno Unito, potrebbe significare solo una modesta riduzione del numero di giorni che possono trascorrere qui a seconda della località in cui sono considerati residenti”.

Alexandra Hewazy, capo dei clienti chiave e della consulenza patrimoniale per residenti non-domiciliati presso Barclays Private Bank, ha affermato all'agenzia stampa che l'incertezza stava incoraggiando alcuni a ridurre l'esposizione al Regno Unito: “Questo non riguarda solo la loro base patrimoniale ma può anche essere la loro presenza fisica e il capitale intellettuale che ne deriva”.

Imporre l'imposta sui guadagni in conto capitale alla stessa aliquota dell'imposta sul reddito genererebbe 12 miliardi di sterline all'anno, mentre l'imposta sul valore aggiunto (IVA) sui servizi finanziari - largamente consumati dai benestanti - potrebbe anche raccogliere circa 9 miliardi di sterline, secondo un'analisi di Richard Murphy, economista politico e professore di contabilità presso l'Università di Sheffield.

Certo, “C'è un'enorme quantità di cose da considerare quando si passa da una giurisdizione all'altra. Continuiamo a parlare con persone che vogliono trasferire ricchezze qui, in particolare dagli Stati Uniti, ma vogliono vedere prima una legislazione dettagliata” ha ricordato James Whittaker, a.d. di Deutsche Bank nel Paese.

Non mancano poi i britannici benestanti favorevoli alle riforme proposte. Rebecca Gowland, direttrice di Patriotic Millionaires UK, una rete apartitica di individui benestanti che credono che i super-ricchi debbano pagare più tasse, ha detto a Reuters che alcuni membri hanno avuto, o hanno ancora, lo status di non-domiciliato ma sono "categorici" nel loro sostegno ai piani per eliminare le scappatoie fiscali: “La stragrande maggioranza dei milionari non andrà da nessuna parte”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?