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Foti: “Cambiamento epocale della clientela. Retrocessioni meno importanti”

5/17/2024 | Redazione ADVISOR

Per l’a.d. di Fineco “i risparmiatori sono sempre più attenti ad investire e l’industria è chiamata a spostarsi verso un concetto di servizi di consulenza dove i ricavi saranno sempre più generati da commissioni pagate dai clienti per questa attività”


“Siamo di fronte a un cambiamento epocale nel comportamento della clientela italiana, che sta dedicando un'attenzione sempre maggiore agli investimenti, acquisendo più consapevolezza e aumentando il livello di partecipazione ai mercati. E’ una vera e propria rivoluzione della quale l'industria del risparmio non può non tenere conto”.  Questo è quanto sostiene l’amministratore delegato e direttore generale di Fineco Alessandro Foti in un’intervista a Il Sole 24 Ore.

Tra la fine 2019 e il primo trimestre 2024 è infatti raddoppiato il numero di quelli che Fineco definisce investitori attivi, clienti cioè che gestiscono in prima persona il proprio risparmio operando anche attraverso forme attive di trading. “Si tratta di persone con un'età di circa 50 anni, che eseguono un numero di ordini mensili estremamente limitato, in media appena 3 al mese, e in larga parte affiancano gli investimenti svolti tramite brokerage al rapporto esistente con un consulente finanziario”, precisa Foti, segnalando come questa tipologia di cliente valga ormai quasi la totalità degli scambi esistenti sulla stessa piattaforma (92%). 

Foti sottolinea che “siamo di fronte a un ideale ponte che unisce il mondo del brokerage e quello dell'investing e al tempo stesso a un avamposto che segnala in largo anticipo il profondo cambio di comportamento in corso da parte dei clienti”. L'idea di fondo portata avanti da Foti è che queste due attività, dalle quali società come Fineco traggono una buona fetta dei ricavi, siano destinate a viaggiare sempre più insieme: “Lo stesso cliente - spiega - avrà un consulente che lo assiste, ma non disdegnerà di comprare e vendere per conto proprio strumenti che risponderanno sempre più a parole d'ordine quali trasparenza, efficienza e attenzione ai costi”. 

Qui si inserisce il discorso più generale della necessaria evoluzione e dell'adattamento dell'industria del risparmio gestito, chiamata appunto a “spostarsi verso un concetto di servizi di consulenza, dove i ricavi saranno quindi sempre più generati da commissioni pagate dai clienti per questa attività e in misura minore dalle retrocessioni”.

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